Un bonus da 850 euro al mese da destinare agli anziani che hanno più di 80 anni e che non sono autosufficienti.
È l’assegno di prestazione universale, la misura assistenziale che sta prendendo forma e che arriva in data 11 marzo sul tavolo dei consigli dei ministri, inserita in un decreto legislativo in attuazione della delega sulle politiche in favore delle persone anziane.
Non tutti gli anziani però saranno interessati dal nuovo contributo, anzi. Secondo una prima stima, la platea dei beneficiari dovrebbe contare non più di 26 mila anziani. Vediamo nel dettaglio quali sono i requisiti.
Per adesso, l’assegno di prestazione universale è introdotto in via sperimentale per due anni. Sul piatto ci sono 500 milioni di euro: 300 da spendere nel 2025 e 200 per il 2026. 500 milioni che però andranno ripartiti in una platea veramente esigua di beneficiari.
I motivi per cui il nuovo bonus interesserebbe solo poche persone è da riscontrare nei requisiti previsti per accedervi.
Secondo quanto trapela da Il Messaggero di lunedì 11 marzo, il nuovo assegno spetterebbe solo agli anziani che cumulativamente:
Gli anziani (over 65) non autosufficienti in Italia sono circa 4 milioni. Tuttavia, la sperimentazione è focalizzata solo sui disabili gravissimi, quindi quelli con forte compromissione fisica o psichica che necessitano di cure continuative 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. In Italia sono circa 113 mila. Molti meno, però, quelli che rispettano tutte e quattro le condizioni sopra dette: appena lo 0,6% del totale, infatti, beneficerà del nuovo assegno.
Nonostante ciò, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella è entusiasta: «La Riforma ha bisogno di essere implementata – ha ammesso – però intanto l’abbiamo fatta e inizierà a essere efficace».