Sono entrate nel pieno le convocazioni ai servizi sociali dei percettori dell’Assegno di Inclusione. Il loro lavoro si è dunque intensificato.
L’AdI è una delle due misure che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza: spetta ai cittadini over 60, disabili, minorenni o svantaggiati con un ISEE sotto i 9.360 euro. Anche se i soggetti destinatari della misura sono considerati “fragili”, hanno comunque l’obbligo di aderire a un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa, pena la decadenza del sussidio.
Per farlo, devono recarsi presso i servizi sociali del proprio comune di residenza.
Come anticipato, ci sono specifici requisiti per accedere all’Assegno di Inclusione. In linea di massima è riconosciuto ai soggetti deboli, quelli cioè che hanno bisogno di un sostegno economico e di un percorso di accompagnamento per essere inclusi nella società.
Il sostegno economico arriva dall’INPS, che ogni mese, previa domanda, garantisce loro l’assegno di inclusione, appunto. L’importo varia a seconda del reddito familiare e della composizione del nucleo. Per stabilirlo si può usare il CALCOLATORE realizzato dai tecnici di TuttoLavoro24.it.
Il percorso personalizzato di accompagnamento, invece, lo stabiliscono i servizi sociali in base ai bisogni e alle esigenze del nucleo familiare. Una volta sottoscritto il Patto di Attivazione Digitale sulla piattaforma SIISL, il percettore di AdI deve recarsi ai servizi sociali quando convocato.
A convocare l’intera famiglia del richiedente sono i servizi sociali. Il primo appuntamento viene fissato entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD.
La data e l’ora della convocazione è l’operatore dei servizi sociali a stabilirle. Poi ne dà notizia all’interessato tramite un SMS o una mail. Il messaggio che arriva è di questo tipo:
Nei casi presi in esame, gli appuntamenti sono per lunedì 18 marzo alle ore 11 e martedì 19 marzo alle ore 13:03. Riguardano, naturalmente, due persone diverse.
Siccome la convocazione non è concordata con l’interessato ma fissata autonomamente dall’operatore, il cittadino che non può presentarsi all’appuntamento ha l’obbligo di informare i servizi sociali che lo hanno contattato e di fornire loro apposita documentazione (es. certificato medico) che dimostri l’impossibilità a presenziare. In questo caso verrà poi fissato un nuovo appuntamento.
I componenti il nucleo familiare che dopo l’analisi preliminare verranno ritenuti attivabili al lavoro saranno spediti ai centri per l’impiego. Diversamente, quelli non occupabili stipuleranno il patto per l’inclusione e saranno tenuti a presentarsi ogni 90 giorni presso i servizi sociali, o gli istituti di patronato, per aggiornare la propria posizione. In caso di mancata presentazione, il beneficio economico è sospeso.