La Ragioneria Generale dello Stato ha detto no al pagamento “immediato” del TFR/TFS entro tre mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Il problema sta nel fatto che l’operazione avrebbe un impatto molto importante nel bilancio dello Stato pari a circa 3,8 miliari di euro come riportato in questo articolo de Il Messaggero.
Il blocco della liquidazione, cioè lo spostamento in avanti del Trattamento di Fine Rapporto o di Fine Servizio spettante ai dipendenti pubblici ha permesso allo Stato di fare cassa o di attuare alcune manovre.
In particolare, ad essere danneggiata è anche una categoria fragile come i precari della Scuola che vede riconoscere il diritto a riscuotere il TFR tra i 12 e i 15 mesi dalla cessazione del contratto individuale di lavoro.
Il varo di “quota 100” effettuata nel 2019 dal governo giallo-verde, fu possibile spostando anche dai 5 ai 7 anni la liquidazione del TFS.
Il TFR/TFS viene erogato:
Ci sono però alcune eccezioni nelle quali la liquidazione viene liquidata dopo alcuni mesi:
Oltre a percepire in ritardo la liquidazione, il TFS/TFR viene corrisposto con la seguente rateizzazione:
Ci sono diverse possibilità per ottenere subito la liquidazione del TFS o del TFR.
L’INPS può anticipare tutta la liquidazione in unica soluzione ad un tasso d’interessa dell’1% a coloro che sono iscritti al fondo credito.
Il fondo credito è una ritenuta dello 0,15% che può volontariamente essere attivata nella pensione.
Il pensionato che non vuole aderire a questa opportunità può rivolgersi alle banche che offrono questo servizio, ovviamente a tassi maggiorati.
La richiesta dell’anticipo del tfr/tfs si fa direttamente dal sito dell’INPS accedendo al portale TFS.
La richiesta è molto facile e intuitiva anche se bisogna fare molta attenzione a seguire la pratica sul portale in quanto, dopo pochi giorni, occorre confermare la volontà di ricevere l’anticipo.