Niente aumenti di stipendio per i 240.000 lavoratori e le lavoratrici del Commercio, dipendenti di aziende della Distribuzione Moderna e Organizzata.
A darne l’annuncio i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs che unitariamente fanno sapere di aver proclamato una giornata di sciopero nazionale per il 30 marzo 2024, dopo l’interruzione delle trattative da parte di Federdistribuzione.
Un rinnovo che interessa più di 3 milioni di lavoratori di negozi, uffici e altre attività di servizi che porta 240 euro (al 4 livello) in più nelle tasche dei lavoratori. La prima tranche di aumento salariale per questi lavoratori arriverà con il cedolino paga di paga di aprile e sarà di 70 euro.
Questa la tabella con tutti gli aumenti, inclusa la tranche di acconto in erogazione già dal 1° aprile 2023.
Aumenti retributivi che non arriveranno ai lavoratori il cui contratto individuale di lavoro è regolato dal CCNL sottoscritto da Federdistribuzione.
Secondo quanto riportano i 3 sindacati l’associazione datoriale dopo una “lunga e snervante trattativa” ha manifestato di non voler rinnovare il CCNL scaduto da 45 mesi. Federdistribuzione insomma si rifiuta di sottoscrivere il rinnovo alle stesse condizioni previste dal CCNL Confcommercio e Confesercenti. Forse vuole pagare meno? Possibile. Certamente vuole ottenere in cambio dell’altro, da parte dei sindacati.
Ma intanto ad avere la peggio sono i lavoratori che stanno subendo un danno economico fortissimo: il mancato rinnovo attuale si aggiunge al ritardato rinnovo nel 2018 che giunse 3 anni dopo i “colleghi” che applicano il CCNL Confcommercio.
“Una perdita secca per le lavoratrici e i lavoratori, nell’ordine di svariate migliaia di euro – scrivono i sindacati – e in termini di minor massa salariale percepita nell’arco della vigenza contrattuale rispetto ai loro colleghi che, pur svolgendo ed operando nel medesimo ambito settoriale, si videro corrispondere trattamenti economici più significativi”.
L’atteggiamento “irresponsabile” di Federdistribuzione spinge quindi i sindacati a proclamare una giornata di sciopero per il prossimo 30 marzo 2024.
La mobilitazione sarà attuata “mediante l’astensione dal lavoro per l’intero turno di lavoro” e con la realizzazione di “flash mob nei pressi dei punti vendita delle imprese più rappresentative nell’ambito di ciascuna provincia del Paese, nonché delle manifestazioni estemporanee” a livello territoriale.