I pensionati non sono al centro delle politiche del Governo, sono oramai due anni che gli assegni mensili vengono sistematicamente tagliati. E’ questa la dimostrazione che a Meloni & C. non interessa la condizione di chi non lavora più.
Ulteriori conferme arrivato con il Decreto Anziani che prevede l’erogazione di un sostegno di 850 euro.
A parlare è la neo Segretaria SPI, la categoria più popolosa della Cgil, quella dei pensionati, Tania Scacchetti, insediatasi il 14 marzo scorso.
Pensionate e pensionati non sono centrali nelle scelte economiche del Governo.
“Nonostante la propaganda – aggiunge la Scacchetti a Collettiva.it – , ancora una volta la previdenza viene utilizzata per fare cassa, piuttosto che per affrontare un tema complesso che ha a che fare con una società che invecchia e in cui il peso dei pensionati sulla popolazione complessiva sarà sempre più rilevante. La spinta inflazionistica, che riduce la tenuta del potere d’acquisto per tutti, e quindi anche per i pensionati, non trova adeguate risposte a partire dalle scelte sul meccanismo di rivalutazione degli assegni, modificato in negativo da questo governo negli ultimi due anni”.
Chiaro il riferimento al mancato adeguamento delle pensioni all’inflazione, o comunque adeguamento solo parziale, in particolare per chi gode di assegni superiori a 4 volte il minimo.
L’ultimo atto che dimostra la distanza tra l’Esecutivo e la popolazione più anziana, secondo SPI-Cgil è il Decreto Anziani, considerato una vera e propria “beffa”.
Gli 850 euro che dovrebbero andare a favore degli ultra-ottantenni non autosufficienti andrà solo ad una cerchia molto ristretta.
“Dai nostri calcoli – dichiara la leader SPI-Cgil – , se va bene riguarderà lo 0,6% dei non autosufficienti. E poi secondo me nell’individuazione della platea – ultraottantenni, Isee sotto i 6.000 euro e condizioni gravissime – ci sono possibili elementi di incostituzionalità.