Docenti di Sostegno, se scelti dalle Famiglie i criteri sono “soggettivi”

Le famiglie degli alunni potrebbero avere voce in capitolo riguardo la scelta degli insegnanti di sostegno. Per garantire la continuità didattica degli alunni con disabilità, il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha infatti pensato di introdurre un meccanismo che permetta ai genitori di confermare l’insegnante di sostegno in servizio l’anno precedente.

La novità arriva da una modifica inserita nel DDL Semplificazioni, nella cui bozza si parla di “una valutazione del dirigente sulla base dell’interesse del discente”. Frase che ha allarmato i sindacati, già sul piede di guerra.

Genitori confermano insegnante di sostegno

Per fare in modo che gli alunni disabili possano avere per più anni di fila lo stesso insegnante di sostegno, il Governo ha pensato di lasciar decidere i genitori. Scelta che comunque sarebbe limitata agli insegnanti precari, con contratto al 30 giugno o al 31 agosto, e fermo restando – cita la norma – la disponibilità del posto e fatte salve le operazioni relative al personale con contratto a tempo indeterminato. 

In ogni caso, le famiglie avrebbero voce in capitolo sull’eventuale conferma dei docenti.  

Novità che non piace ai sindacati, che anzi vedono la misura come un tentativo di oscurare i problemi di reclutamento del personale docente, sempre sotto organico soprattutto per quanto riguarda il sostegno.

La reazione dei sindacati

Il segretario generale della Uil Scuola Giuseppe D’Aprile spiega: “Siamo preoccupati di ciò che potrebbe accadere nelle scuole, se le famiglie potessero, senza alcun criterio di trasparenza, scegliere o individuare gli insegnanti per i propri figli. Un sistema sottoposto a vincoli e consensi, che è in netto contrasto con il nostro sistema statale e costituzionale, garante di laicità, trasparenza e pluralismo. Scegliersi i docenti equivale a trasformare l’istruzione, costituzionalmente definita quale funzione essenziale dello Stato, in un servizio che risponderebbe solo ai “desiderata” delle famiglie”.

Tutto sarebbe quindi sottoposto ai giudizi soggettivi (per non dire “arbitrari”) delle famiglie. E come farebbe un preside a valutare il parere di alunno con disabilità grave chiamato a esprimersi riguardo l’operato del proprio insegnante di sostegno? – si chiede la UIL. Insomma, con quali criteri il docente verrebbe riconfermato o meno?

Per non parlare del fatto che tale sistema sostituirebbe il meccanismo dei concorsi pubblici e delle graduatorie definite per servizi e titoli in maniera oggettiva con una sorta di contratto a chiamata: “un’assegnazione effettuata dal dirigente con l’avvallo delle famiglie, modalità contraria ai principi contenuti in tutto l’impianto normativo vigente”, spiegano i membri del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.