Buste paga Commercio: nessuna gioia, 240 euro in 8 anni

Non c’è niente da festeggiare per i lavoratori del Commercio e Servizi dopo il rinnovo dei tre CCNL di settore che porteranno 240 euro di incremento salariale ai lavoratori inquadrati al 4° livello.

Ne è convinto il sindacato di base USB Commercio che parla di “portafoglio sostanzialmente fermo al palo per 8 anni”. Vediamo perchè.

Gli aumenti salariali coprono 8 anni

I tre CCNL Terziario Distribuzione e Servizi scaduti il 31 dicembre 2019 sono stati rinnovati lo scorso mese di marzo dopo più di quattro anni di carenza contrattuale. I salari dei lavoratori saliranno di 240 euro al 4 livello ma questi nuovi aumenti economici “si matureranno in forma piena solo a partire da febbraio 2027”, il sindacato di base che non ha negoziato né firmato i CCNL.

Da qui una lettura decisamente in controtendenza rispetto a quanto dichiarato dalle sigle rappresentative e firmatarie Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil.

Insomma mentre ad esempio Fisascat-Cisl nel comunicato esalta il risultato, specialmente economico, che porterà un montante complessivo di 7.180 euro entro febbraio 2027, USB Commercio guarda al bicchiere mezzo vuoto e parlando di “grave responsabilità e complicità” di sindacato e politica afferma:

“A noi sembra lampante che il portafoglio dei lavoratori e delle lavoratrici del commercio è sostanzialmente fermo al palo per 8 anni, i 4 anni di vacanza contrattuale più i 4 anni di decorrenza i cui requisiti economici si matureranno in tranches“.

Questa la tabella retributiva degli aumenti salariali per i lavoratori del Commercio e Servizi sottoscritta con gli accordi di marzo scorso:

Aumenti a cui vanno aggiunti gli importi Una Tantum erogati in due rate secche:

Le concessioni alle associazioni datoriali

Se l’aumento salariale è inadeguato a tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori perchè entrerà a regime nel 2027, sottolinea il sindacato Usb Commercio in una nota, “la parte normativa infatti entra subito in vigore, ed entra a gamba tesa nella vita dei lavoratori e delle loro famiglie, e prosegue col potenziamento dell’impiego della flessibilità”.

“Perché le organizzazioni padronali hanno il braccino corto solo quando devono dare, e invece quando devono prendere tempo ed energie dei lavoratori lo fanno a grandi bracciate”, denuncia Usb che non manca anche di attaccare Federdistribuzione che non intende – per ora – firmare.

Infine una frecciata sullo sciopero di sabato 30 marzo 2024 indetto da CGIL CISL UIL, che ha “palesato una realtà a noi nota da tempo: la scarsa adesione allo sciopero infatti ci dimostra che aver stipulato diversi contratti per regolamentare lo stesso settore ha prodotto solo uno spezzettamento della classe lavoratrice con conseguente indebolimento della sua forza rappresentativa e contrattuale. Ma non possiamo neppure tacere sul fatto che la scarsa partecipazione dei lavoratori è diretta conseguenza di quegli stessi sindacati, che negli anni hanno ristretto la democrazia sindacale non indicendo elezioni RSU/RLS e così facendo hanno impedito ai lavoratori e alle lavoratrici di esercitare la libertà di organizzazione sindacale”.