La privatizzazione del rapporto del pubblico impiego ha cancellato lo scatto di anzianità anticipato per nascita figli. Di cosa si tratta? Perché non riproporlo in alternativa al Bonus Mamma?
Attualmente questo diritto è riconosciuto ai soli magistrati.
La prima fonte normativa a riguardo la troviamo nell’art. 22 del regio decreto legge 21 agosto 1937, n. 1542, convertito nella legge 3 gennaio 1939, n. 1 che recita:
1. Nei riguardi dei dipendenti delle Amministrazioni statali, comprese quelle con ordinamento autonomo, forniti di stipendio, paga o retribuzione, suscettibile, secondo le disposizioni vigenti, di aumenti periodici, il periodo in corso di maturazione alla data della nascita di un figlio si considera compiuto dal 1° del mese in cui avviene la nascita, se questa si verifica entro il giorno 15, e in caso diverso dal 1° del mese successivo.
La misura dell’incremento dello stipendio, in caso di scatto anticipato, è pari al 2,5% dello stipendio tabellare e decorre dal primo giorno del mese in cui si verifica la nascita.
Lo scatto viene corrisposto fino al prossimo incremento automatico di stipendio. Si tratta quindi di un’anticipazione sui futuri incrementi automatici.
Sarebbe una misura più democratica, in quanto verrebbe corrisposto ad entrambi i genitori.
L’incremento andrebbe ad incrementare il trattamento pensionistico, l’eventuale pensione integrativa e il TFR.
Anche i contratti di lavoro che non prevedono scatti automatici potrebbero prevedere un aumento del 2,5%.
Avrebbe un impatto meno costoso sul bilancio in quanto circa la metà degli incrementi ritornerebbe allo Stato in contributi previdenziali obbligatori, volontari più sotto forma di irpef.
Sarebbe piccolo segnale per combattere l’inverno demografico.
Con il bonus mamma infatti sono state privilegiate solo le donne con almeno tre figli, mentre quelle con due beneficeranno della decontribuzione solo in via sperimentale per il 2024.