Lo Stato pagherà gli affitti per i dipendenti della Pubblica Amministrazione?

L’unione sindacale di base ha fatto una proposta: che gli affitti siano pagati dallo Stato ai neo assunti della pubblica amministrazione.

Il sindacato ha denunciato come il costo degli affitti abbia vanificato il gran numero di assunzioni presso le pubbliche amministrazioni.

Il caro affitti come causa di dimissioni nella Pubblica Amministrazione

Ogni mese, tantissime sono le dimissioni o le rinunce al posto di lavoro fatte dai vincitori di concorsi pubblici.

Il fenomeno riguarda soprattutto le regioni del Centro Nord e, in particolare, gli uffici giudiziari.

Gli uffici giudiziari hanno assunto finora oltre 20 mila persone per l’attuazione del PNRR in quanto, uno degli obiettivi fondamentali del piano, è la riduzione delle tempistiche dei processi.

Il problema, secondo il sindacato di base, sta nel fatto che gli stipendi, dopo il blocco salariale dal 2009 al 2015, sono hanno recuperato il potere di acquisto e non sono sufficienti, in certi casi, nemmeno a coprire il costo dell’affitto mensile.

Da dove reperire le risorse per il pagamento degli affitti?

Il sindacato propone di reperire le risorse dal Fondo Credito.

Il fondo credito è una ritenuta assistenziale dello 0,35% che obbligatoriamente viene applicata sugli stipendi di tutti i pubblici dipendenti.

Il fondo credito serve per aver diritto a:

  • piccoli prestiti inps
  • cessioni inps
  • mutui inps
  • altre prestazioni inps.

Il ricorso al fondo credito sarebbe utilizzato per cinque anni a favore dei neoassunti per sostenere le spese di affitto.

Il problema sta nel fatto, sostiene il sindacato, che di fronte a stipendi di poco superiori a 1500 euro mensili, il costo degli affitti raggiunge anche i 900 euro mensili.

La regionalizzazione dei concorsi

Una possibile alternativa all’abbandono del posto di lavoro da parte dei vincitori di concorso potrebbe essere la regionalizzazione dei concorsi.

Il sistema, adottato dall’Agenzia delle Entrate e dall’Agenzia delle Dogane, permette ai candidati, residenti in qualsiasi parte del Paese, di scegliere – all’atto della domanda – la regione per la quale concorrere.

Il fenomeno della rinuncia al posto di lavoro, nelle Agenzie, è inferiore rispetto alle altre amministrazioni.