Dopo l’anticipazione al 1° gennaio 2024 della tranche di aumento retributivo del CCNL, precedentemente fissata al 1° gennaio 2025, sono ripartiti anche i negoziati per il rinnovo dei contratti provinciali integrativi per i lavoratori agricoli.
Le trattative però non giungono ancora a conclusione. Questo preoccupa – e non di poco – i sindacati nazionali che in vista della stagione estiva vorrebbero che tutti i contratti scaduti venissero rinnovati.
Lo ha sottolineato nei giorni scorsi la neo Segretaria Generale UILA Enrica Mammucari, eletta al vertice del sindacato più rappresentativo tra i lavoratori agricoli. Ma vediamo dove i lavoratori agricoli attendono gli aumenti retributivi e qual è l’invito giunto dal sindacato nazionale.
Nell’agricoltura sono due i livelli di contrattazione. Il CCNL e poi i contratti provinciali che integrano il salario nazionale con un elemento economico provinciale e i diritti. Al secondo livello inoltre vengono stabilite le prestazioni erogate dagli enti bilaterali provinciali agricoli ai lavoratori e ai titolari d’impresa. Si tratta di bonus come quelli per la maternità, borse di studio per i figli, aiuti per i parenti disabili, sostegni per le patenti di settore, ecc.
I contratti provinciali hanno scadenze diverse e al momento non siamo in grado di stabilire quanti attendono il rinnovo. Di certo possiamo dire che da poco sono partite le trattative sul territorio di Brescia dove il CCPL è scaduto il 31 dicembre 2023. Lo stesso vale per la provincia di Arezzo, ma anche Bari BAT dove ad attendere gli aumenti del salario provinciale ci sono 60.000 lavoratori.
In questi casi i sindacati provinciali chiedono aumenti retributivi che si muovano dal + 3,5% previsto a titolo di recupero inflattivo dall’accordo sottoscritto a livello nazionale, a cui aggiungere un ulteriore +5,5% legato al rinnovo.
In provincia di Pesaro-Urbino i sindacati chiedono, oltre al 3,5%, un adeguamento del 5,3%. In questo caso i lavoratori non vedono aumenti dal lontano 2021. In Umbria, per il rinnovo del CCPL Perugia e Terni i sindacati hanno richiesto come aumento economico il 9,5 per cento che, su una retribuzione media di 12 euro, potrebbe portare la cifra fino a 13,50 euro l’ora.
Più a Sud in attesa che si sblocchino i negoziati sono gli operai agricoli della provincia di Caserta e Benevento.
Sono molti i contratti provinciali non rinnovati e così il Segretario Generale UILA Enrica Mammuccari, lo scorso 10 aprile a Roma, nel suo primo discorso di insediamento durante un evento organizzato al Salone dell Fontane, all’Eur, lo ha detto chiaramente: ”i contratti provinciali agricoli vanno rinnovati entro l’Estate”.
Un chiaro invito rivolto ai rappresentanti delle organizzazioni datoriali dell’Agricoltura, Confagricoltura, Coldiretti e CIA, tutti presenti all’evento. Il messaggio è chiaro: i lavoratori agricoli non possono ancora aspettare di poter recuperare il potere di acquisto, i contratti di lavoro sono scaduti e i salari devono essere adeguati. Possibilmente entro l’avvio della stagione “più lavorata”, quella estiva.