“Il Governo Meloni aumenta le Pensioni fino a 130€”: verità e fake in campagna elettorale

Il Governo guidato da Giorgia Meloni ha aumentato le pensioni fino a 130 euro al mese. E’ questo il messaggio elettorale che sta circolando sul web in questi giorni.

Si tratta delle inserzioni pubblicitarie elettorali di Fratelli d’Italia in vista delle Elezioni europee che si terranno i prossimi 8 e 9 giugno.

Ma quanto c’è di vero e quanto di falso in queste affermazioni? Ecco spiegato tutto.

Rivalutazione delle Pensioni nel 2024

Con la Manovra di Bilancio 2024 il Governo ha rivalutato le pensioni del 5,4%, così dice un “cartello elettorale” targato FdI. Il tetto massimo lo toccano i pensionati che prendono 130,41 euro in più al mese.

Il messaggio è vero ma anche falso. Gli importi degli adeguamenti degli degli assegni sono reali, ma sono al lordo delle trattenute Irpef nazionale e addizionali regionali e comunali. E non è tutto. La falsità sta nella narrazione politica.

La legge 448 del 1998 tutela le pensioni dall’inflazione

La fake news più importante è che il Governo non ha affatto deciso la rivalutazione in quanto le pensioni si adeguamento automaticamente all’inflazione (nel 2024 del 5,4%) in base ad una legge del 1998. Si tratta della legge 448 del 1998 approvata durante il periodo del Governo Prodi.

Questa legge con tempo è stata stiracchiata da più parti e quello che hanno fatto puntualmente i governi, di ogni colore politico, è tagliare la percentuale di adeguamento pensionistici. Insomma non adeguare gli assegni per l’importo “dovuto”.

Lo stesso ha fatto anche il Parlamento a fine dicembre 2023 approvando una legge di Bilancio che taglia la rivalutazione a partire dalle pensioni con importi almeno pari a 4 volte il minimo. Quindi a partire da 2.271,76 euro la rivalutazione delle pensioni è decurtata.

Niente da festeggiare allora: i pensionati – per il 2024 ma anche nel 2023 – hanno avuto una compressione dei loro diritti riconosciuti da una legge del 1998 ancora vigente fino al punto che nelle scorse settimane il sindacato UIL Pensionati ha azionato un ricorso giudiziario che – si augura il sindacato – “porti ad una pronuncia della Corte Costituzionale”.

“Il nostro obiettivo – fa sapere il Segretario UIL Pensionati Carmelo Barbagallo – è arrivare alla pronuncia della Corte sulla illegittimità costituzionale dell’articolo della Legge di Bilancio che ha previsto il taglio“. 

Il pensionato che ha fatto ricorso giudiziario col sindacato, si legge, “con il meccanismo in vigore ha perso, nel solo 2023, circa 2200 euro. Si stima una perdita, nel corso degli anni, di oltre 30mila euro”.