Non sarà di 280 euro l’incremento salariale che arriverà ai lavoratori metalmeccanici per il periodo 1° luglio 2024 – 30 giugno 2026.
La richiesta di Fiom-Fim-Uilm messa nero su bianco sulla piattaforma rivendicativa, non sarà accolta dai rappresentanti delle imprese. Non è ancora partita la trattativa per il rinnovo del CCNL e già sono note le posizioni di Federmeccanica e Assistal. A svelare come la pensano gli Industriali è la versione on-line del Corriere della Sera, in un articolo a firma della notista sindacale Rita Querzé.
Che i datori di lavoro dell’industria metalmeccanica ed installazione di impianti sarebbero stati contrari a concedere 280 euro di aumento per il rinnovo del CCNL, era nell’aria da già tempo. Almeno da quando, all’indomani della presentazione della piattaforma sindacale, sono arrivati i primi commenti dagli industriali di Brescia: le richieste “vanno oltre il dovuto”, hanno fatto sapere.
Ma a distanza di due mesi sono altre le notizie che fanno mal sperare sindacati e lavoratori metalmeccanici. In una lettera inviata l’8 aprile 2024 ai sindacati, Federmeccanica ha già fatto sapere come la pensa:
«Facciamo seguito alle richieste per il rinnovo del contratto nazionale. Nell’ipotesi di piattaforma emergono evidenti deviazioni rispetto alle regole confederali e del contratto collettivo di categoria, che confidiamo vengano rimosse con lo scioglimento della riserva».
La riserva è stata sciolta pochi giorni fa con il consenso del 98% dei lavoratori che hanno confermato la piattaforma di Fiom-Fim-Uilm, dalla quale non è stata rimossa, anzi è confermata la richiesta salariale di 280 euro. Ma anche 250 euro di welfare, 35 ore settimanali, ecc.
Se 280 euro sono troppi, occorre capire quanto potrebbero mettere gli Industriali sul piatto. Sempre secondo il Corriere della Sera, Federmeccanica è pronta a suggerire di prendere a riferimento le regole del “Patto della Fabbrica” del 2018, firmato dalle confederazioni. In questo si prevede che l’aumento contrattuale deve essere collegato all’Ipca-Nei e le previsioni Istat per il triennio 2024-2026 parlano di indici molto bassi, con aumenti salariali “traducibili in 140 euro”. Esattamente la metà.
E’ questo il valore economico che viene fuori, secondo i dati Istat oggi disponibili, e che le imprese sono disponibili ad accogliere. “Spiegheremo perchè la nostra richiesta economica è corretta”, fa sapere il Segretario Fim-Cisl Ferdinando Uliano, che insieme agli altri delle ‘triplice’ attende la convocazione per il rinnovo. La questione è tutta aperta e da discutere.