Aumenta l’età media dei lavoratori che ricorrono alla pensione anticipata. A causa di svariati paletti che impediscono alle persone di smettere di lavorare prima del tempo, la corsa alle pensioni rallenta sempre di più.
A dirlo è l’INPS, nell’ultima rilevazione sui flussi di pensionamento. Vediamo i dati che emergono dal monitoraggio dell’Istituto Previdenziale.
Nella rilevazione INPS sui flussi di pensionamento vengono messi a paragone i lavoratori del settore privato con quelli del pubblico.
Entrambi i lavoratori possono accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Le lavoratrici, invece, con 41 anni e 10 mesi di contributi, anch’esse a prescindere dall’età.
Dall’ultima fotografia emerge che nei primi tre mesi del 2024, l’età media alla decorrenza delle pensioni anticipate dei dipendenti statali è pari a 61,8 anni. È quindi salita rispetto allo stesso periodo del 2023, quando l’età media in cui vi si accedeva era di 61,6 anni.
È cresciuta in maniera proporzionale anche per i dipendenti del settore privato: nel primo trimestre dell’anno scorso questi accedevano alla pensione anticipata a partire da una media di 61 anni, media che nello stesso periodo del 2024 è salita a 61,2 anni.
I lavoratori impiegati in agricoltura non se la passano meglio. Sempre secondo il monitoraggio dell’INPS, nei primi tre mesi di quest’anno i coltivatori diretti, i mezzadri e i coloni accedono ai trattamenti anticipati in maniera effettiva a 61 anni. Soglia che si è innalzata rispetto allo stesso periodo del 2023, quando si poteva accedere alla pensione anticipata a 60,8 anni.
Non cambia nulla, invece, per artigiani e commercianti, la cui soglia di accesso al pensionamento anticipato rimane rispettivamente di 61 anni e 62,1 anni.
Nel complesso, emerge dalle rilevazioni, nei primi tre mesi del 2024 il ricorso alle pensioni anticipate si è ridotto del 10,8% rispetto al primo trimestre del 2023.
Come scrive Il Sole 24 Ore di venerdì 26 aprile, la causa dell’innalzamento della soglia anagrafica di accesso al pensionamento anticipato è da riscontrare prevalentemente nella frenata imposta negli ultimi 3 anni ai canali previdenziali agevolati, culminata con la stretta su Opzione Donna, Quota 103 e Ape Sociale.