Il 27 aprile scorso, con questo articolo, abbiamo dato notizia del blocco dell’anticipzione del TFS da parte dell’INPS. Le domande relative all’anticipazione del TFR/TFS, riservate agli iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’Istituto Previdenziale, sono inaccessibili dallo scorso 25 aprile.
L’INPS ha confermato che la prestazione di anticipazione dei Trattamenti di Fine Servizio (TFS) e dei Trattamenti di Fine Rapporto (TFR), non può essere più richiesta dal 25 aprile 2024 in quanto, dato l’elevato numero di istanze presentate, i fondi stanziati sono in esaurimento.
L’esaurimento dei fondi prima della fine del 1° quadrimestre significa senz’altro il successo dell’iniziativa ma pone anche gravi problemi a quei lavoratori, ora pensionati, che non possono più disporre di avere legittimamente parte della retribuzione maturata in anni precedenti.
L’INPS aveva subordinato l’erogazione della prestazione “nei limiti delle disponibilità finanziarie destinate annualmente nel bilancio dell’INPS”.
Gli Uffici credito delle sedi e dei poli territoriali e nazionali non possono più accogliere le istanze.
Per coloro che hanno già presentato la domanda antecedentemente al 25 aprile, c’è la possibilità di rientrare nell’erogazione dell’anticipo fino ad esaurimento delle somme stanziate.
L’INPS non respingerà alcuna domanda priva di copertura.
L’Istituto si è riservato di dare ulteriori istruzioni operative.
L’INPS, pur vantando il successo dell’operazione che ha portato all’anticipo del TFS e del TFR sta valutando di cambiare il regolamento della concessione delle prestazioni.
Dal comunicato, anche se non viene detto espressamente, si evince che una “evoluzione della prestazione” non può che portare a valutare criteri più restrittivi per la concessione dell’anticipo.
Il problema resta ed è un duro colpo per le famiglie che avevano fatto conto sull’anticipo.
A questo punto molti pensionati in difficoltà potrebbero rivolgersi, per l’anticipo, ad istituti bancari dove i tassi d’interesse sfiorano il 10% e dove un anticipo di 100 mila euro potrebbe avere costi fino a 25 mila euro di interessi a favore degli Istituto di Credito esterni all’INPS.