C’è ancora tempo per presentare la domanda per avere il Bonus Mamma, lo sgravio degli oneri previdenziali dovuti a INPS che il Governo ha voluto per le lavoratrici con 2 o 3 figli a carico.
La domanda non va presentata all’INPS, bensì al datore di lavoro. Dall’INPS arrivano ulteriori indicazioni.
L’ultima legge di Bilancio ha introdotto il Bonus Mamma fino al 2026. Le lavoratrici madri di almeno 3 figli potranno avere un aumento in busta paga fino a 250 euro al mese (e quindi 3.000 euro annui) grazie all’esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore. Solo per quest’anno e in via sperimentale, il bonus spetta anche alle lavoratrici che hanno solo 2 figli a carico.
È rivolto a tutte le lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato, anche part-time o con contratto di somministrazione, sia del settore pubblico che privato.
Ne rimangono escluse solo le lavoratrici domestiche, come stabilito dal comma 181 della Manovra, le mamme con 1 solo figlio e le lavoratrici con contratta termine.
La domanda per usufruire dello sgravio non va inviata all’INPS, bensì al proprio datore di lavoro. Lo ricorda lo stesso Istituto Previdenziale, tramite social:
La domanda dovrà essere accompagnata dal numero dei figli e dal loro codice fiscale. Successivamente, il datore dovrà inserire la richiesta del bonus nei flussi Uniemens (ossia la denuncia contributiva) da far pervenire all’INPS.
Per le lavoratrici del comparto Scuola occorre seguire le istruzioni specifiche del Ministero dell’Istruzione. Per i dipendenti pubblici degli altri comparti le istruzioni di NoiPA: clicca qui.
Le lavoratrici sono quindi esentate dal comunicare con l’Istituto, a meno che nella richiesta presentata al proprio datore di lavoro non abbiano contestualmente attestato la propria intenzione di comunicare i codici fiscali direttamente all’INPS. In questo caso, la dipendente dovrà presentare la dichiarazione contenente i codici fiscali dei figli attraverso il sito INPS, pena la revoca del beneficio.