A sorpresa, alcune centinaia di papà avrebbero fatto richiesta del Bonus Mamma.
Le domande dei padri sono state presentate esclusivamente sulla piattaforma del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Parliamo quindi di dipendenti pubblici impiegati nel comparto Istruzione.
Quando le domande sono state trasmesse a NoiPA per l’applicazione, la piattaforma degli stipendi del MEF ha rilevato automaticamente che i dipendenti di sesso maschile non avevano diritto al beneficio ed ha prodotto un tabulato con gli scarti.
Dal codice fiscale, è possibile rilevare il genere della persona a cui appartiene.
La data di nascita, per le persone di sesso femminile, è maggiorata di 40. Ecco perchè per NoiPA, è stato facile individuare i non aventi diritto dal decimo carattere del codice fiscale che necessariamente deve avere un valore tra il numero 4 e il numero 7.
In questo modo, tutte le domande pervenute a NoiPA con il decimo carattere inferiore al numero 4 sono state scartate.
Si può ipotizzare che la richiesta fatta dai papà potrebbe essere rivolta ad una prossima azione legale?
I benefici del bonus mamma, al netto della decontribuzione del bonus Meloni, sono davvero irrisori ed è molto difficile che un’organizzazione sindacale possa sprecare tempo ed energie per un ricorso del genere.
Un’azione legale però è in corso da parte del sindacato Flc-Cgil che il 3 aprile scorso aveva annunciato di aver avviato un’azione legale per il riconoscimento dell’esonero contributivo pari al 100% anche per le madri con contratto a tempo determinato.
Secondo il sindacato la norma della Legge di Bilancio 2024 è incostituzionale nella parte in cui prevede l’applicazione del Bonus alle sole madri di 2 o più figli, con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Per loro la domanda è richiedibile entro l’8 aprile 2024.
Attraverso i propri legali, il sindacato solleverà in sede giudiziale la questione di legittimità costituzionale della norma. L’esonero contributivo – si legge – esclude “le lavoratrici precarie che nel settore scuola rappresentano una parte significativa dell’organico complessivo”. Si tratta di Docenti e ATA, ma anche dirigenti scolastiche, con contratto a tempo determinato.