Assegno Unico, INPS annuncia i conguagli in questa schermata [FOTO]

Nell’importo dell’Assegno Unico di maggio potrebbero esserci stati degli aumenti dovuti a dei conguagli a credito. Conguagli che INPS riconosce in determinate circostanze e che non sempre sono in positivo.

Cerchiamo di capirne qualcosa di più.

Conguagli Assegno Unico: in positivo o in negativo

I conguagli che INPS calcola sull’Assegno Unico possono essere in positivo o in negativo. Quando sono in positivo, quindi a credito, il beneficiario riceverà delle somme aggiuntive rispetto a quelle ordinarie. Quando sono in negativo, invece, l’importo in pagamento sarà più basso di quello a cui si è abituati perché tagliato.

Tutto dipende da quanto il percettore ha riscosso nel corso dell’anno. Se ha ricevuto più di quanto doveva, INPS effettuerà dei tagli per trattenere gli importi non dovuti, erogati erroneamente. In questo caso si tratta di conguagli a debito.

Al contrario, se il beneficiario ha ricevuto meno di quanto doveva avere, INPS provvederà a riconoscergli le somme mancanti tramite dei conguagli a credito. Credito che dunque il percettore vanta nei confronti dell’Istituto Previdenziale, come si vede nella schermata che appare in foto:

In questo caso specifico, il conguaglio calcolato al 15 maggio è pari a 570,40 euro. Il totale pagato già lo comprende. Per questo motivo l’importo accreditato può superare abbondantemente i mille euro, come si vede dalla foto:

I motivi che spingono INPS a erogare dei conguagli a credito sono i più disparati. Al percettore, per esempio, potrebbe non essere stata riconosciuta qualche maggiorazione, oppure grazie a un ISEE più basso potrebbe aver diritto a un importo dell’Assegno Unico più alto che INPS però non gli ha riconosciuto nell’immediato.

Conguagli in negativo non superiori a 12 euro

Come detto, non sempre i conguagli sono a credito. Se nel corso dell’anno INPS ha pagato una somma maggiore rispetto a quella che spettava al percettore, l’Istituto effettuerà dei tagli a seguito di conguagli a debito.

In questo caso, fa sapere INPS tramite la comunicazione sul Fascicolo Previdenziale, l’importo recuperato sulla singola competenza non supera il 20% del totale della rata mensile spettante in pagamento.

Lo specifica il messaggio INPS n. 1947 del 26 maggio 2023: “la trattenuta teorica massima viene effettuata nei limiti del quinto dell’importo della mensilità individuata e non è operata se l’importo totale da recuperare è inferiore o pari a 12 euro“.