I dipendenti dei Comuni oggi guadagnano circa il 5% in meno di quanto guadagnavano dieci anni fa. Mentre da dieci anni a questa parte lo stipendio dei colleghi del ministero è salito di circa il 17%, gli impiegati comunali faticano a stare al passo con l’inflazione.
Questo dato da solo basterebbe a spiegare come mai il lavoro pubblico negli enti locali non è più attrattivo, alimentando la caduta del mito del posto fisso.
I numeri provengono dall’ultimo focus settoriale della Ragioneria generale dello Stato. Secondo la ricerca, lo stipendio medio del personale non dirigente nei comuni italiani arriva oggi fino a quota 29.757 euro lordi l’anno. Si tratta di circa 1.800 euro netti al mesi.
All’apparenza il dato non è negativo, visto che rispetto al 2013 gli stipendi sono saliti del 7,3%. Tuttavia, se non si considera l’adeguamento all’inflazione (necessario ogni anno per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie) si nota un calo del 4,8% nel valore reale della busta paga media del dipendente comunale. Ma già più di dieci anni fa un dipendente comunale guadagnava il 4,4% in meno rispetto a un collega del ministero.
I dati di oggi sono ancora più sconfortanti. A distanza di dieci anni, infatti, la forbice si è triplicata e gli impiegati comunali hanno uno svantaggio retributivo del 12,5% rispetto ai dipendenti del ministero.
Ciò accade perché nel decennio questi ultimi hanno goduto di un aumento di stipendio superiore al 17% in termini nominali. Quindi più del doppio rispetto agli aumenti di cui hanno beneficiato gli impiegati del Comune, fermi, come detto, al 7,3%.
Tale forbice non è destinata a ridursi, anzi. Perché gli stipendi dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni aumentano tutti della stessa percentuale, secondo una falsa parità di trattamento. Applicando a tutti lo stesso incremento, infatti, la forbice tra i comparti è destinata ad allargarsi sempre di più.
Facendo un esempio pratico: l’impiegato del Comune che guadagna 1.700 euro al mese godrà di un aumento del 5%, pari a 85 euro. Per l’impiegato del Ministero che ha uno stipendio più alto, lo stesso incremento del 5% corrisponderà a un aumento di molto più poderoso.
Per riequilibrare la situazione bisognerebbe dunque rivedere la logica attuale secondo la quale più l’impiegato è a diretto contatto coi cittadini e più la sua busta paga è leggera.