Con i rinnovi dei contratti collettivi di lavoro dei comparti pubblici arriveranno aumenti stipendiali del 5,78% e il ritorno allo smart working per i soggetti cd. fragili e con figli under 14.
Lo si apprende dall’atto di indirizzo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Funzioni Centrali, firmato dal Ministro della PA Paolo Zangrillo. Questo rinnovo potrebbe fare da apripista per tutti gli altri comparti, dalla Sanità alla Scuola, passando per Funzioni locali e Difesa.
In questa fase però da Palazzo Vidoni hanno stabilito una precisa lista delle priorità dei CCNL che andranno a rinnovo: Sanità e Enti locali. E’ una questione di risorse, che peraltro i sindacati del personale sanitario ritengono siano insufficienti e c’è il rischio di un rinvio al 2025, con lo scopo di avere più risorse per i dipendenti attraverso la Legge di Bilancio 2026. L’ipotesi sul campo è di 130 euro mensili di aumento.
Il rinnovo delle Funzioni Centrali slitterà in 3a o forse 4a posizione: nel frattempo ci sono 555 milioni di euro a disposizione. C’è poi il personale scolastico attende una risposta: anche per loro il CCNL è scaduto nel 2021.
Gli aumenti medi che arriveranno ai dipendenti pubblici sono di circa 160 euro mensili e una diversa applicazione dello smart working. Le trattative (Sanità e Funzioni locali) sono da poco iniziate e altre partiranno dal prossimo mese di giugno.
Di poco più ricca sarà la busta paga del personale della Difesa grazie ad uno stanziamento di 1 miliardo e mezzo di euro. Si parla di un incremento medio di: