La pensione di giugno in accredito in questi giorni non porterà alcun aumento dell’importo. Anzi, come vedremo, prosegue la scia negativa, conseguente all’applicazione delle trattenute fiscali da parte di Inps.
Sul web ogni mese circolano notizie di imminenti aumenti pensionistici. Il più delle volte si tratta di notizie false, prontamente smentite anche da chi – come i sindacati – tutela in lavoratori in quiescenza.
In tal senso va un comunicato di Fnp-Cisl che va “smentire tali messaggio fuorvianti per i pensionati” e sottolinea come a giugno non c’è alcuna rivalutazione aumatica delle pensioni, come peraltro confermato anche dal Cedolino Inps.
La rivalutazione automatica avviene a gennaio. Nel 2024 è stato applicata la rivalutazione del 5,4%.
Nessuna novità neppure sul fronte del nuovo sistema a scaglioni Irpef, che sono ormai applicati a partire da marzo scorso (con conguaglio da gennaio). Nel 2024 il prelievo fiscale sarà il seguente:
– 23% per i redditi fino al 28 mila euro;
– 35% per i redditi superiori a 28 mila euro e fino a 50 mila euro;
– 43% per i redditi che superano i 50 mila euro.
Le trattenute fiscali che si trovano sul Cedolino prevedono il versamento di imposte nazionali e locali.
Si parte dal Conguaglio IRPEF 2023 a debito, nei casi in cui gli addebiti di gennaio e febbraio non siano stati sufficienti. Per chi ha redditi fino a 18.000 euro la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre per importi a debito superiori a 100 euro.
Segue la Trattenuta ordinaria IRPEF sulla base delle aliquote applicate a seconda degli scaglioni.
E infine le imposte locali con le trattenute di: