A margine della presentazione della 170a indagine congiunturale di Federmeccanica, tenutasi oggi a Roma, affrontiamo con il Direttore Generale Stefano Franchi la questione della riduzione dell’orario settimanale a 35 ore.
Richiesta sindacale ‘simbolo’ della nuova piattaforma per il rinnovo del CCNL presentata lo scorso 30 maggio durante la riunione di apertura, dove sono emerse le prime posizioni degli Industriali.
La riduzione della settimana lavorativa a 35 ore è un ‘vecchio’ obiettivo sindacale, mai realizzato nel CCNL, neppure quando si parlava di un intervento legislativo all’epoca del Governo Prodi. Ci riprovano ora Fim-Fiom-Uilm che chiedono a Federmeccanica e Assistal di accorciare la settimana lavorativa, favorendo attrattività verso il settore e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro.
Per non avere dubbi la domanda l’abbiamo posta direttamente al Direttore Generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, che conduce al tavolo sindacale il confronto con i rappresentanti dei lavoratori.
Sarà accolta la richiesta dei sindacati di riduzione a 35 ore dell’orario settimanale?
“Nel CCNL – spiega Franchi – abbiamo i PAR, permessi annui retribuiti, che sono dei permessi orari. Da un’indagine fatta presso le aziende emerge che molti le accantonano e non le usufruiscono. Quindi già oggi il contratto consente di rimodulare l’orario anche con l’utilizzo dei PAR che portano ad una riduzione dell’orario di lavoro. Le aziende già praticano queste esperienze. Per noi la strada è questa. Lo abbiamo anche precisato nel documento di parte datoriale“.
Secondo quanto si apprende, dunque, il rinnovo del CCNL non porterà ad una riduzione oraria settimanale a 35 ore, generalizzata, applicabile per tutti. I rappresentanti dei datori di lavoro spiegano che la via maestra sono i PAR e le Ferie.
I PAR – permessi annui retribuiti – previsti dal CCNL ammontano a 104 ore, che possono arrivare a 124 per alcune attività. Nel complesso già rappresentano una riduzione annuale delle prestazioni di lavoro pari, rispettivamente, a 13 giorni e 15,5 giorni.
Il 76,6% delle imprese, scrive Federmeccanica, si trova a dover accantonare e/o monetizzare i PAR. Insomma anziché accantonarli e poi monetizzarli si potrebbe siglare un accordo per utilizzarli come strumento di riduzione dell’orario di lavoro. Fino a 2 ore a settimana (104:2). Insomma l’esperienza dice che vengono “utilizzati in misura inferiore rispetto alle loro disponibilità”. Quindi è su questo che gli Industriali si rendono disponibili a lavorare.
Anche le Ferie possono entrare in gioco in questo sistema. Dal Documento di Federmeccanica si apprende anche che le imprese, nel 21% dei casi “oltre alla fruizione ha segnalato la monetizzazione evidenziando quindi un incompleto utilizzo delle ferie stesse“. Insomma anche le Ferie potrebbero finire nel plafond utile alla riduzione oraria settimanale. Ferie che, peraltro, aumentano di ulteriori 4 giorni dal 2026 per i lavoratori che hanno più di 18 anni di servizio.