Se in Europa non cambierà qualcosa c’è il rischio che gli italiani debbano dire addio per sempre all’Assegno Unico. È quello che non si augura Giorgia Meloni, la quale però apre alla possibilità che ciò possa accadere. Soprattutto dopo l’infrazione che la Commissione Europea ha aperto a carico dell’Italia proprio riguardante la misura per i figli a carico.
Ciò che non piace alla Commissione Europea è che l’Assegno Unico per i figli a carico sia riservato a coloro che siano o siano stati residenti in Italia per almeno due anni, anche in via non continuativa. Una condizione, questa della residenza, che da Bruxelles ritengono discriminatoria nei confronti dei cittadini non italiani oppure italiani non residenti in Italia da lungo corso. Ciò ha portato l’UE ad aprire un’infrazione nei confronti del Governo Italiano.
“Ci dicono che se vogliamo mantenere l’Assegno Unico dobbiamo riconoscerlo a tutti i lavoratori dell’Unione Europea e potenzialmente anche a tutti i lavoratori extracomunitari che stanno in Italia anche quando hanno i figli in patria. Se dovessimo dare seguito a quello che dice la commissione europea, per noi la misura sarebbe economicamente totalmente insostenibile“ ha tuonato Giorgia Meloni dal palco del Festival dell’Economia di Trento qualche giorno fa.
Intervistata il 3 giugno da Nicola Porro a Quarta Repubblica, la Premier è tornata all’attacco e ha ribadito: «questa è la dimostrazione che l’Europa va cambiata. Perché fa delle cose che sono oggettivamente surreali e questa è una di quelle. […] Se alla fine loro avessero ragione, ciò vuol dire dover rinunciare all’Assegno Unico. […] Se devo dare l’Assegno Unico non solo a tutti i comunitari ma anche agli extra comunitari che lavorano in Italia e che hanno i figli in patria, per esempio in Bangladesh, io non lo reggo».
Ad oggi sono circa 6 milioni i percettori dell’Assegno Unico. Assegno Unico che, come le altre prestazioni, ogni anno viene rivalutato all’inflazione per essere proporzionato al costo della vita: quest’anno, per esempio è aumentato del 5,4%. Ma se la platea dovesse espandersi secondo i diktat dell’Europa, avverte Meloni, c’è il rischio di dover salutare per sempre la misura perché le risorse non sarebbero sufficienti.