Giovedì 20 giugno è una data fondamentale per i percettori dell’Assegno di Inclusione. Almeno, lo è per coloro che hanno presentato domanda di AdI tra dicembre 2023 e gennaio 2024.
Appartenere a una famiglia con un ISEE entro i 9.360 euro e di cui fa parte almeno un soggetto o disabile, o minorenne, o ultra 60enne o svantaggiato non garantisce l’accesso all’Assegno di Inclusione, se non ci si presenta per tempo al colloquio con gli assistenti sociali. Ecco perché è così importante la data del 20 giugno.
Per ricevere l’Assegno di Inclusione (che da gennaio ha sostituito il Reddito di Cittadinanza) non basta rispettare i requisiti di legge. Occorre sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale in fase di domanda e, quando convocati, presentarsi ai servizi sociali, ove gli operatori svolgeranno un’analisi multidisciplinare dei bisogni del nucleo.
Per recarsi presso i servizi sociali c’è tempo fino a 120 giorni dalla data di avvio della trasmissione ai Comuni delle domande accolte. Il primo slot di domande è stato inviato il 26 gennaio. Pertanto chi ha fatto domanda di AdI tra dicembre e gennaio aveva tempo fino al 24 maggio per svolgere il primo colloquio con gli assistenti sociali del Comune. Chi non ha rispettato tale scadenza a giugno è incappato nella sospensione dell’Assegno di Inclusione.
La sospensione però può essere interrotta e le ricariche possono riprendere. Come fa sapere INPS nel messaggio n. 2132 del 5 giugno, infatti, «le registrazioni che perverranno entro il giorno 20 del mese saranno rielaborate in tempo utile per le relative disposizioni mensili di pagamento». INPS dà quindi una seconda possibilità a chi ha avuto l’AdI sospeso a giugno. Se non vuole che l’AdI resti sospeso pure a luglio, il percettore è tenuto a presentarsi ai servizi sociali entro e non oltre domani 20 giugno. Non occorre aspettare la convocazione: ci si può presentare anche in completa autonomia.