Non tarda ad arrivare la nota di Federmeccanica che replica ai comunicati stampa dei sindacati Fim-Fiom-Uilm usciti dopo la seconda riunione del rinnovo del CCNL Metalmeccanici.
Se i sindacati incassano il “no’ all’aumento di 280 euro per il triennio 1/7/2024-30/6/2027 e alle 35 ore settimanali, possono comunque ritenersi soddisfatti, e con essi i lavoratori, per gli incrementi salariali che arriveranno a giugno di quest’anno. E’ questo in sintesi il messaggio degli Industriali.
Si tratta di un impegno “al limite della sostenibilità” per le aziende di produzione e installazione di impianti.
A giugno 2024 incremento in base all’IPCA, attivato grazie alla clausola di garanzia del CCNL, ci sarà, “sarà pertanto pari a 137,52 euro al livello C3”. Lo prevede l’accordo siglato la scorsa settimana da Federmeccanica-Assistal e i sindacati Fim-Fiom-Uilm.
Gli Industriali parliano di un aumento “senza precedenti” come quello “riconosciuto lo scorso anno pari a 123,40 euro sempre al livello C3”.
“In soli due anni – spiega la federazione aderente a Confindustria – sono stati riconosciuti nel nostro Settore adeguamenti pari a 260 euro al livello C3, e considerando l’intero periodo di vigenza, a partire dal giugno 2021, l’adeguamento complessivo è stato pari a 310 euro sempre al livello C3. Sono numeri che parlano da soli ed evidenziano come il CCNL metalmeccanici abbia dato le risposte tempestive e sostanziose, determinando un salario di garanzia di assoluto livello”.
All’aumento dei minimi tabellari ci saranno, sempre dal mese di giugno, i 200 euro di flexible benefits “che si aggiungono a quelli di pari importo erogati a partire dal 2021 per un totale di 800 euro netti, considerando l’abbattimento del cuneo fiscale”.
Insomma in 4 anni i lavoratori hanno ricevuto un totale di 800 euro, 200 euro per anno, a titolo di flexibile benefit, detassati e spendibili i beni e servizi. Come il contributo a Metasalute che rafforza la posizione individuale dei lavoratori che aderiscono.
E sul futuro gli Industriali della metalmeccanica confermano di voler rafforzare l’impegno per l’estensione dei premi di risultato nelle aziende non sono stati previsti.
Ma anche – e soprattutto – ribadiscono il rispetto della clausola di garanzia, “sull’adeguamento dei minimi tabellari ex post all’andamento dell’indicatore IPCA NEI, che con il CCNL del 2021 sono state rese strutturali dopo la sperimentazione fatta con il Contratto del 2016”. Un risultato non indifferente, fanno capire nel ‘messaggio ai sindacati’, visto che si impegnano ad adeguare ogni anni i minimi in base all’indice IPCA nonostante “la diffusa ridotta profittabilità delle aziende”. E non all’inflazione piena come rilanciava il Segretario Uilm Rocco Palombella ieri nella riunione sindacale (clicca qui)