Ci saranno anche nel 2024 i trattamenti di integrazione e mobilità in deroga destinati ai lavoratori delle cd. Aree di Crisi Complessa.
La legge di Bilancio per il 2024 ha infatti stanziato ulteriori 70 milioni di euro a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione di cui all’articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. Risorse che saranno destinate ai piani di recupero occupazionale, che le Regioni potranno utilizzare in aggiunta alle risorse residue, non spese, appartenenti ai precedenti finanziamenti.
Lo sblocco amministrativo arriva con il messaggio Inps n. 2304 del 20 giugno 2024.
Prima ancora dell’indennità i provvedimenti di legge prevedono la proroga del periodo massimo di mobilità per ulteriori 12 mesi, purché risulti beneficiario di un trattamento di mobilità ordinaria o in deroga, a condizione che ai medesimi lavoratori siano contestualmente applicate le misure di politica attiva individuate in un apposito piano regionale da comunicare al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
I lavoratori che avranno i nuovi benefici delle mobilità 2024 sono quelli appartenenti alle Regioni individuate nel Decreto n. 886 dell’11 aprile 2024, che prevede anche la ripartizione delle risorse. I territori sono stati coinvolti sulla base delle richieste di fabbisogno comunicate al Ministero del Lavoro.
Per il 2024 la ripartizione risulta essere la seguente:
Regione | Risorse |
Abruzzo | € 1.427.763,72 |
Campania | € 7.018.729,40 |
Lazio | € 13.794.810,36 |
Molise | € 5.639.666,70 |
Piemonte | € 3.569.409,31 |
Puglia | € 3.569.409,31 |
Sardegna | € 9.637.405,13 |
Sicilia | € 3.212.468,38 |
Toscana | € 22.130.337,69 |
Totale | € 70.000.000,00 |
Le erogazioni avverranno sulla base dei provvedimenti regionali, che individueranno anche la destinazione delle risorse, e del monitoraggio che farà l’INPS. Sarà lo stesso ente previdenziale a erogare la Mobilità o la Cassa integrazione in deroga. Le tempistiche, diverse da regione a regione, sono generalmente lunghe. Basti pensare che in alcuni territori devono ancora essere erogate le competenze relative al 2023.