È alle battute finali la trattativa per il rinnovo del contratto dei lavoratori delle banche di credito cooperativo (BCC). In queste ore Federcasse e i sindacati (Fabi che rappresenta quasi il 60% dei lavoratori, First, Fisac, Uilca e Ugl) sono seduti a un tavolo di confronto per giungere a un accordo. Ad aspettare col fiato sospeso ci sono 36.500 bancari.
La trattativa per il rinnovo del CCNL Credito Cooperativo ruota intorno a un aumento pari a 450 euro richiesto dai sindacati. Lo stesso aumento deciso a novembre per i colleghi dipendenti delle banche, quando è stato raggiunto l’accordo tra i sindacati, Abi e Intesa San Paolo.
A settembre, con la tranche di 100 euro, i bancari Abi arriveranno ad aver incassato già 350 euro di aumento. Pertanto, come fa sapere Il Sole 24 Ore, nelle Bcc si stanno concretizzando due ipotesi:
Insomma, a prescindere da quale sarà la strada intrapresa, i primi aumenti dovrebbero arrivare già nel cedolino di luglio.
Per quanto riguarda la riduzione dell’orario di lavoro, invece, la quadra non è ancora stata trovata. In linea con il contratto Abi, i sindacati dei bancari del credito cooperativo chiedono di passare da 37 ore e mezzo settimanali a 37. Siccome una risposta ancora non è arrivata, è difficile che la riduzione possa verificarsi già nel 2024. Più facile che se ne ragioni sul 2025.
Altri capitoli sui quali si sta discutendo sono la bilateralità, il welfare, la previdenza dei giovani e la flessibilità, con le causali delle proroghe dei contratti a tempo determinato oltre i 12 mesi in primo piano.
Infine, anche la stabilizzazione dei contratti a termine è un obiettivo. Per contrastare la desertificazione le parti stanno ragionando di inserire anche la discussione sulle causali per la proroga dei contratti a termine che nel settore hanno un’incidenza maggiore, soprattutto nei picchi stagionali.