Da lunedì 1° luglio aumenta l’importo degli assegni per le famiglie. Non dell’Assegno Unico, riservato a chi ha figli, bensì dell’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF). Ci rientrano le famiglie che non hanno diritto all’Assegno Unico perché non hanno figli a carico.
Per beneficiare dell’Assegno Unico occorre necessariamente avere a carico figli fino a 21 anni (o senza limiti d’età se disabili). Ad aver diritto all’Assegno per il nucleo familiare, invece, sono i nuclei con familiari diversi da quelli con figli e orfanili e, quindi, composti da:
A riconoscere l’ANF è l’INPS. Proprio come tutte le altre prestazioni previdenziali, anche questi assegni vengono annualmente rivalutati in relazione alla variazione percentuale dell’indice dei prezzi al consumo calcolata da ISTAT. La circolare INPS n. 65 del 15 maggio scorso ha ricordato che nel 2024 l’assegno per il nucleo familiare godrà di un aumento pari al 5,4% (proprio come le pensioni e l’Assegno Unico). Aumento che verrà applicato dal prossimo 1° luglio.
I nuovi importi sono contenuti nell’allegato 1 a suddetta circolare e rimarranno in vigore fino al 30 giugno 2025. Le somme che INPS riconosce mensilmente variano a seconda di due fattori:
Chi in passato non ha ricevuto alcuna somma e ritiene di aver quindi diritto agli arretrati, può presentarne un’apposita domanda. La richiesta può essere inviata al datore di lavoro (nel caso di lavoratori dipendenti) o direttamente all’INPS (nel caso di altre categorie di lavoratori o di persone non più occupate).
I dipendenti pubblici devono presentare l’istanza presso la propria Segreteria, che successivamente la inoltrerà all’ufficio competente. Per farlo occorre compilare un modulo, che è possibile ricevere in formato PDF via mail.
È importante considerare i termini di prescrizione per la richiesta degli arretrati. In generale, il diritto agli arretrati dell’Assegno per il Nucleo Familiare si prescrive in cinque anni. Ciò significa che è possibile richiedere arretrati solo per i cinque anni precedenti la data della domanda.