Dopo una vertenza durata mesi arriva la buona notizia per una parte dei lavoratori in attesa degli adeguamenti degli importi dei Buoni pasto.
Si tratta del personale sanitario occupato presso le strutture pubbliche site nel territorio dell’Emilia Romagna che nei mesi scorsi, attraverso una raccolta di oltre 5.700 firme, aveva animato una vertenza con il supporto del sindacato FP-CISL.
Per questi lavoratori il valore del buono pasto viene portato a 6,16 euro (dagli attuali 5,16 euro) con il contributo da parte del dipendente pari a 1,03 euro (già presente) che verrà restituita con apposito finanziamento.
L’aumento dei voucher per il pranzo non è la sola novità. Ai lavoratori sarà riconosciuta una progressione economica con un introito annuo che va da 700 a 1.200 euro in base al profilo e area di appartenenza del lavoratore.
Determinante per lo sblocco del negoziato è stato l’intervento della Regione – si parla di 9 milioni di euro – che ha caricato sul Bilancio dell’ente le novità economiche per i lavoratori del sistema sanitario regionale.
Poco meno di 7 euro: è il valore medio dei buoni pasto. Una cifra che non tiene più il passo dell’inflazione. C’è chi li usa comunque per la spesa, altri li scontano al ristorante dallo scontrino finale.
La richiesta di aumentare il valore attuale dei buoni pasto non riguarda solo il territorio dell’Emilia Romagna. Secondo un indagine condotta dall’Istituto ALTIS dell’Università Cattolica di Milano anche in Lombardia i lavoratori si dicono insoddisfatti del valore del buono mensa che riesce oramai a coprire solo tra il 50 e l’80% dei costi del pasto in bar e ristoranti.