A una particolare categoria di lavoratori conviene fare domanda di NASpI prima del prossimo 8 luglio. La NASpI è l’indennità di disoccupazione che spetta a chi ha perso il lavoro involontariamente. Spetta a tutti i lavoratori, tranne a quelli agricoli (questi hanno diritto alla disoccupazione agricola).
Vediamo quali sono i requisiti per averla e perché a qualcuno può giovare presentare l’istanza prima dell’8 luglio.
Per accedere alla NASpI occorre:
La domanda va presentata esclusivamente online entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, pena la perdita del diritto. Tuttavia, è consigliabile inviarla entro 8 giorni dalla scadenza del contratto per fare in modo che il trattamento decorra proprio dall’ottavo giorno.
A luglio, buona parte delle domande di NASpI che arriverà all’INPS proverrà dai lavoratori della scuola il cui contratto è scaduto lo scorso 30 giugno. Sono proprio questi che devono tenere a mente la scadenza dell’8 luglio.
I requisiti suddetti valgono per tutti i lavoratori che intendono accedere alla NASpI. Gli impiegati nella scuola, sia docenti che ATA, non avranno problemi a rispettarli. Soprattutto, considerando che già da un paio di anni il requisito delle 30 giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti è stato abolito. Anche una supplenza breve, quindi, potrebbe dar diritto a ricevere l’indennità di disoccupazione.
Come detto, se si vuole che il trattamento decorra dall’ottavo giorno bisogna fare domanda entro 8 giorni da quando il contratto di lavoro è cessato. Pertanto, il personale tecnico, amministrativo e ausiliario e i docenti non di ruolo il cui contratto è scaduto il 30 giugno scorso è bene che presentino istanza di NASpI entro lunedì 8 luglio.
Altrimenti, per il personale precario della scuola la prossima e ultima scadenza è quella del 6 agosto (68 giorni dal 30 giugno). Trascorso il termine, si perderà il diritto ad avere l’indennità.
Oltre alla scadenza dell’8 luglio, il personale scolastico con contratto in scadenza il 30 giugno che intende richiedere la NASpI deve tenere a mente un’altra cosa. Ossia che in fase di domanda INPS riconosce in automatico il trattamento integrativo, senza verificare che il richiedente ne abbia effettivamente diritto o meno. Spetta a chi ha un reddito annuo fino a 8.500 euro.
Nel caso in cui il cittadino lo riceva senza averne diritto, INPS lo recupera in fase successiva tramite delle trattenute.
Per questo motivo, se non si è sicuri di rientrare nella soglia reddituale degli aventi diritto può essere utile rinunciare al trattamento integrativo. Nel caso poi gli 8.500 euro di reddito annuo non venissero superati, si potrà recuperare gli importi non ricevuti con la presentazione del modello 730.