Il rinnovo del CCNL Turismo firmato da Federalberghi, Faita – aderenti a Confcommercio – e i sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil è arrivato dopo 5 anni e mezzo. Il contratto è infatti scaduto il 31 dicembre 2018. E le trattative per il suo rinnovo sono riprese con un forte ritardo a causa della crisi pandemica che ha colpito pesantemente il settore.
Dopo questa lunga attesa l’accordo porta aumenti per i lavoratori pari a 200 euro a regime per il 4° Livello, cifra che sarà raggiunta alla fine del 2027.
Anno in cui il nuovo CCNL scadrà. La sua validità è ufficialmente dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2027. Ma senza un copertura economica per i periodi precedenti si è arrivati, di fatto, ad un adeguamento che farà salire lo stipendio medio nel settore di appena 200 euro in ben 9 anni (dal 2019 al 2027).
Numeri molto lontani da settori, come quello della Metalmeccanica Industria, che ha visto riconoscere alle “tute blu” un incremento dei minimi salariali di 260 euro circa in appena 2 anni (2023-2024).
Questi gli aumenti concordati con l’intesa che prevedono l’aumento dell’attuale salario tabellare di 200 euro in 5 tranches, per i lavoratori del turismo e stagionali:
All’incremento tabellare si aggiungono ulteriori interventi come l’Elemento economico di garanzia di 186 euro e altri benefici come la Bilateralità e l’Assistenza Sanitaria integrativa. Per un montante complessivo di 6.200 euro.
All’indomani dell’accordo di rinnovo arriva il commento della Ministra del Turismo, Daniela Santanché, imprenditrice attiva anche nel settore turistico e della comunicazione:
“La stipula del nuovo contratto nazionale per i dipendenti del turismo scandisce l’inizio della stagione estiva con un aumento fino a 200 euro del salario di oltre 400 mila lavoratori. Ricompensare adeguatamente i professionisti del settore, che ogni giorno profondono un grande impegno nel loro lavoro, è il primo passo necessario a riconoscerne il valore e l’importanza. Unitamente a questo, occorre investire in maniera strutturale nella formazione, così da garantire un’accoglienza di eccellenza e dei servizi all’altezza del nostro straordinario patrimonio culturale e naturale”.
Un giudizio positivo dunque, verso un rinnovo molto debole per i lavoratori, “professionisti del settore”. Che giunge peraltro a pochi giorni dallo stop al cd. Bonus Estate per gli addetti al turismo, che ha garantito fino al 30 giugno 2024 un trattamento fiscale speciale per le prestazioni svolte per lavoro notturno e festivo.
Se è vero che i salari degli italiani crescono, e in molti casi ad un ritmo rallentato (come nel caso del CCNL Turismo Federalberghi-Faita), è anche vero che non riescono a garantire la tenuta del potere di acquisto. Come evidenziato più volte da OCSE i salari italiani sono fermi da circa 30 anni e non esiste una vera tutela contro l’inflazione. Di recente è stato Eurostat a mettere in luce come la retribuzione annua dei lavoratori si sia sostanzialmente ridotta di ben 1.000 euro in 4 anni.
Se si prende a riferimento il periodo dal 2019 al 2022, – scrive Eurostat in una recente indagine – emerge che il salario medio annuo per ogni lavoratore italiano è diminuito di circa mille euro. In altre parole, mentre nel 2019 il salario medio si attestava intorno ai 43.000 euro, nel 2022 si è ridotto a 42.000 euro.