Per le famiglie che presenteranno domanda di Assegno Unico da luglio in poi la misura durerà meno e il beneficio sarà quindi ridotto. Attenzione però perché non è anticipata la scadenza: l’assegno dura comunque fino a che il figlio a carico non compie 21 anni.
INPS applica quindi un altro meccanismo, che riguarda la decorrenza. Vediamo meglio.
Per avere l’Assegno Unico servono solo due cose:
Anche avere un ISEE in corso di validità è fondamentale se si vuole ricevere un importo adeguato alla propria condizione economica. Tuttavia, non presentare l’ISEE non limita l’accesso alla misura: comporta solo che l’importo riconosciuto mensilmente da INPS sarà il minimo.
Per l’invio della domanda c’è una data da tenere a mente ed è quella del 30 giugno. Vediamo cosa cambia se l’istanza per l’Assegno Unico viene presentata dopo tale scadenza.
Per le domande presentate dal 1° marzo al 30 giugno di ciascun anno, l’Assegno Unico spetta con tutti gli arretrati a partire dal mese di marzo. Al contrario, chi fa domanda da luglio in poi perde il diritto agli arretrati.
In particolare, come ricorda INPS sui propri canali social:
Il genitore che fa domanda di Assegno Unico dal 1° luglio, dunque, non ha diritto agli arretrati decorrenti da marzo. Riceverà la misura dal mese dopo a quello di invio della domanda: quindi da agosto se la domanda è spedita a luglio, o da settembre se invece la domanda è fatta ad agosto, e così via. Per questo si dice che il beneficio è ridotto.
L’importo, inoltre, verrà calcolato tenendo in considerazione l’ISEE valido al momento della domanda. Più l’ISEE è basso e maggiore è l’importo mensile dell’Assegno Unico. Tutti gli importi suddivisi per fascia ISEE sono riportati nell’allegato 1 al messaggio INPS n. 572 dell’8 febbraio 2024.