Non se la passano bene i lavoratori metalmeccanici dei 6 stabilimenti del gruppo Stellantis e quelli delle aziende dell’indotto. Secondo la rilevazione Fim-Cisl la fotografia occupazionale, dopo il piano incentivi all’esodo concordato nei mesi scorsi, è drammatica tra: cassa integrazione per fermi produttivi, contratti di solidarietà, riduzione dei turni di lavoro e ferie collettive imminenti.
La panoramica mette in risalto che l’utilizzo delle sospensioni con intervento della cassa integrazione ordinaria o dei contratti di solidarietà – in corso già da mese – è dominante e si sta intensificando nel mese di luglio e parte nel mese di agosto. In questo modo i lavoratori avranno una riduzione del classico periodo di ferie complessive perchè si fa ricorso agli ammortizzatori sociali.
L’altro segnale di forte rallentamento è la riduzione dei turni di lavoro: in alcuni casi si è passati a 3 turni in altri addirittura ad un solo turno.
La situazione dei 6 stabilimenti, secondo l’informativa Fim-Cisl, è la seguente:
Ma quanto è scesa finora la produzione del 2024 rispetto al 2023? Il dato di sintesi indica una riduzione del 35,9% per un numero di autovetture pari a 186.510. L’unica linea produttiva che tiene è quella dei veicoli commerciali, prodotti principalmente nel sito di Atessa (CH).
Gli stabilimenti dove il calo delle attività si fa più sentire sono quelli di Melfi e Mirafiori dove si registra un -57,6% e -63%.
In prospettiva, la produzione complessiva nel 2024 si attesterà intorno alle 500.000 unità, ampiamente al di sotto delle stimate 751.000 unità del 2023. Numeri lontani dall’impegno politico assunto da Stellantis davanti al Governo di raggiungere un 1 milione di unità nel 2030.