L’aumento dei prezzi dovuto all’inflazione, Il caro affitti, l’aumento delle rate dei mutui a tasso variabile, il mancato adeguamento degli stipendi al costo della vita stanno spingendo tanti dipendenti pubblici vicino, o sotto, la soglia della povertà.
La politica, nell’ultimo anno, ha dato risposte con effetti sul breve periodo, come l’abbattimento temporaneo del cuneo fiscale, il bonus mamma, il taglio di 2 punti delle aliquota irpef del 25% che certamente possono essere un aiuto ma che si dimostrano non sufficienti a coprire la perdita del potere d’acquisto degli stipendi.
I dipendenti pubblici, rispetto ai privati, non possono usufruire dell’anticipo del TFS o del TFR per sopperire ad eventuali eventi eccezionali della vita.
Rispetto ai privati, tuttavia, sono più facilitati nell’accesso al credito ed è proprio questa facilità che può portare ad avere squilibri economici nel caso in cui in famiglia ci si trovi di fronte a gravi problemi.
L’aumento dell’aspettativa di vita spesso non coincide con l’aumento della qualità della stessa per cui i dipendenti con genitori anziani, con persone disabili, con mutui a tasso variabile, con affitti alti, si trovano sempre più in difficoltà nell’affrontare i problemi della quotidianità.
I dipendenti pubblici possono finire strozzati dai debiti quando si abusa dell’accesso al credito.
L’insolvenza si verifica quando un eccessivo ricorso al credito porta ad avere nel nucleo familiare maggiori uscite rispetto alle entrate:
queste tre tipologie di prestito possono gravare direttamente sullo stipendio.
Poi ci sono i debiti extrastipendio:
Il decreto legislativo 12 gennaio 2019 n. 14, consente anche ai cittadini la possibilità di accedere alla ristrutturazione del debito.
Bisogna però dire che l’accesso alla ristrutturazione è molto macchinoso, costoso ed è necessario giungere ad un accordo con i creditori.
Bisogna quindi rivolgersi ad un legale che dovrà proporre il piano di rientro ad un Organismo di Composizione della Crisi da Sovraindebitamento.
Questa soluzione potrebbe essere conveniente per quei debitori che hanno la proprietà di immobili per i quali possono mettere a disposizione il ricavato ai creditori.
Tenendo presente che ogni soluzione adottata dalla politica deve necessariamente avere la copertura finanziaria, una soluzione possibile a tante crisi temporanee potrebbe essere l’anticipo del TFR/TFS.
L’anticipo del TFS/TFR ha avuto molto successo per la categoria dei neopensionati tanto che i fondi stanziati dall’INPS sono finiti in pochi mesi.
L’anticipo del TFS/TFR per tutti, anche per il personale in servizio, potrebbe avvenire tramite banche oppure tramite lo stesso INPS coperto dal fondo credito o da un leggero tasso di interesse.
In questo modo l’anticipo non graverebbe sul bilancio dello Stato e potrebbe essere una opportunità per ridare speranza ai pubblici dipendenti e, nello stesso tempo, anche a coloro che vantano crediti nei loro confronti.