Dal 19 luglio si apre una nuova fase che potrebbe portare, nel giro di qualche mese, importanti novità per i lavoratori italiani.
L’annuncio arriva dal sindacato Cgil che fa sapere di aver programmato, per le ore 10 di venerdì, la consegna in Corte di Cassazione delle firme per i 4 quesiti referendari che promettono di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. A portarle sarà una delegazione del più rappresentativo sindacato italiano guidata dal Segretario Generale Maurizio Landini.
Nel giro di meno di 2 mesi attraverso una raccolta di adesioni in tutta Italia, il sindacato ha raccolto 500.000 firme. Quante bastano per “azionare” il referendum abrogativo. Una volta che la Cassazione avrà verificato i requisiti formali e si sarà espressa sull’ammissibilità dei quesiti al voto referendario – probabilmente in autunno – , si avvierà la procedura costituzionale che prevede l’obbligo per il Presidente della Repubblica di indire il referendum. Se tutto andrà come si immaginano i promotori dell’iniziativa si andrà alle urne nella primavera del 2025.
Ripristino del vecchio articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori: soppressione della norme introdotte dal Jobs Act che impediscono il reintegro del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo.
Indennizzo per i licenziamenti nelle piccole aziende: soppressione delle norma che mettono un tetto alle mensilità di indennizzo in caso di illegittimo licenziamento da parte delle aziende con meno di 15 dipendenti.
Contratti a termine: stop al regime di acausalità, il quesito referendario prevede che si ritorni all’obbligo per le aziende di indicare nel contratto individuale di lavoro la causale che autorizza l’apposizione del termine al contratto.
Infortuni sul lavoro in caso di Appalti: abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro, di estendere la responsabilità solidale all’impresa appaltante.
Per conoscere i dettagli si fa rinvio al sito web di Cgil.