Dirigenti Funzioni Locali, nella mattinata del 16 luglio i sindacati e l’ARAN (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) hanno finalmente firmato il rinnovo del contratto, scaduto ormai nel 2021.
La firma del contratto giunge al termine di una complessa trattativa. “Un periodo obiettivamente troppo lungo“, ha puntualizzato il presidente dell’ARAN Antonio Naddeo, che si è scusato per aver fatto attendere i 13.640 dirigenti per tutto questo tempo. Attesa che però potrebbe essere valsa la pena, visto che si parla di aumenti mensili medi lordi di 271 euro e di arretrati sui 10-15 mila euro.
La firma dell’intesa porta con sé importanti novità per i 13.640 tra dirigenti degli enti territoriali e segretari comunali e provinciali. Soprattutto sul piano economico.
Come anticipato, si parla di aumenti medi lordi mensili di 271 euro, da riconoscersi per 13 mensilità. Nel dettaglio:
In particolare, ai dirigenti degli enti sanitari vanno 243 euro, mentre ai vertici amministrativi di Regioni ed enti locali vanno 309 euro.
Previsti inoltre anche degli incentivi per chi lavora in “situazioni di oggettivo disagio del contesto ambientale, geografico ed organizzativo, anche connesse all’ubicazione della sede, a carenze di organico o a difficoltà socioeconomiche“, come previsto dall’art. 60 del nuovo CCNL delle Funzioni Locali.
Ma non è tutto. Perché nel contratto dei dirigenti delle funzioni locali del triennio 2019-2021 appena firmato la parte del leone la fanno gli arretrati, che oscillano tra i 10 e i 15 mila euro, a seconda delle qualifiche. Il nuovo contratto entra in vigore circa due anni e mezzo dopo la sua scadenza, per questo si tratta di cifre così alte.
Per esempio, ai dirigenti di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni arriverà un arretrato medio da 15.018,25 euro, per recuperare tutti gli aumenti non riconosciuti fino a oggi.
Nel caso della dirigenza PTA della sanità, che rientra nell’area delle funzioni locali, l’arretrato sarà di 11.464,14 euro medi. Per i segretari comunali e provinciali, infine, l’arretrato medio si attesta a 10.383,52 euro.
Tali arretrati dovrebbero arrivare già nella busta paga di agosto, salvo ritardi nei singoli enti, e saranno erogati una tantum, cioè una solta volta e tutti insieme. Per questo motivo la busta paga di agosto sarà così gonfia rispetto al solito.