Carta Spesa in arrivo: niente 500€ a questi Docenti e ATA

Tra i beneficiari della Carta Spesa Dedicata a te non rientra una parte degli insegnanti. Il decreto applicativo della misura non vieta che chi svolge questa particolare professione possa accedervi. Tuttavia, alcune circostanze impediscono ai docenti di poterla ricevere. Vediamo meglio.

Gli esclusi dalla Carta Spesa

La Carta Dedicata a te è uno strumento introdotto dal Governo Meloni nel 2023 per aiutare le famiglie in condizioni economiche precarie. L’anno scorso aveva un valore pari a 482 euro, quest’anno arriva a 500 euro. Soldi spendibili in generi alimentari, carburanti o, in alternativa, in abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblico.

La platea dei beneficiari è rimasta la stessa: si tratta comunque di famiglie composte da almeno 3 persone e il cui ISEE non supera i 15.000 euro. Rispetto all’anno scorso però ci sono 30 mila carte in più a disposizione, per un totale di 1.330.000 carte da poter distribuire tra i comuni. Pertanto chi nel 2023 ne è rimasto escluso pur rispettando tutte le condizioni, quest’anno ha più speranze di accedervi, se ha mantenuto invariati i requisiti.

Rimarranno senz’altro escluse le coppie, le famiglie con un ISEE sopra i 15 mila euro, ma non solo. Perché tra coloro che non potranno beneficiare della Carta Spesa ci sono anche i nuclei che includano percettori della NASpI. Potenzialmente, dunque, anche gli insegnanti e gli ATA precari.

Insegnanti in NASpI fuori dalla misura

Come ricorda INPS nel messaggio n. 2575 del 10 luglio, non avranno la Carta Spesa Dedicata a te i nuclei che alla data del 24 giugno 2024, giorno di pubblicazione del decreto interministeriale della misura sulla Gazzetta Ufficiale, includano percettori di:

  • Assegno di inclusione;
  • Carta acquisti;
  • qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà che preveda l’erogazione di un sussidio economico di livello nazionale, regionale o locale;
  • NASpI;
  • DIS-COLL;
  • Indennità di mobilità;
  • Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito;
  • Cassa integrazione guadagni (CIG);
  • qualsivoglia differente forma di integrazione salariale o di sostegno nel caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato.

Tra i percettori della NASpI al 24 giugno rientra anche una parte degli insegnanti: non i supplenti annuali, quelli il cui contratto scade il 30 giugno o il 31 agosto. Bensì i supplenti brevi e saltuari, che dunque fanno domanda di NASpI per coprire i mesi in cui non lavorano e che il 24 giugno scorso potevano già essere percettori dell’indennità di disoccupazione.

Questi, dunque, non hanno speranza di rientrare negli elenchi dei beneficiari della Carta Spesa, in arrivo il 24 luglio.