Per contrastare il fenomeno del caporalato in agricoltura il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale hanno effettuato un servizio congiunto di vigilanza straordinaria.
Lo scorso 24 luglio sono stati battuti i campi delle province di Mantova, Modena, Latina, Caserta e Foggia. I numeri emersi confermano come lo sfruttamento della manodopera nel settore agricolo sia un fenomeno comune e ben radicato.
Secondo quanto emerso dal comunicato stampa dell’arma dei Carabinieri, su 109 aziende ispezionate 62 presentavano delle irregolarità (il 56,9%). Su 505 lavoratori controllati, 236 sono risultati irregolari (46,7%), di cui 3 minorenni e 136 cittadini extracomunitari. I braccianti completamente in nero sono risultati 64 e rappresentano quindi il 12,67% del totale. Più di un terzo di questi sono stranieri senza un regolare permesso di soggiorno.
All’esito dei controlli, fanno sapere i Carabinieri, sono stati emessi 27 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per un importo pari a € 76.500,00. Di questi:
In base ai controlli effettuati nelle 5 province suddette, è a Caserta che si sono registrate maggiori irregolarità: su 20 aziende ispezionate, infatti, 16 sono risultate irregolari (l’80%) e in 11 l’attività imprenditoriale è stata sospesa. Seguono Mantova (73%) e Foggia (62%).
Infine, è importante notare come in tutte le cinque province di riferimento, dopo il decesso del bracciante indiano avvenuto nella provincia di Latina, alcuni imprenditori agricoli abbiano assunto 143 lavoratori (28% del totale di 505 lavoratori controllati) con contratti di lavoro stagionale a decorrere dalla fine di giugno con termine il 31 agosto 2024.