Mentre la Camera dei Deputati vota un ordine del giorno che riconosce i lavoratori con la qualifica di OSS – Operatore Socio-Sanitario tra le professioni usuranti, si scatena l’indignazione dell’altra parte del mondo sanitario. Per primo il sindacato degli infermieri Nursing Up che basito fa notare come siano state “dimenticate incredibilmente la professione infermieristica e quella ostetrica”.
Gli OSS “si trovano ad operare in contesti difficili, sempre a contatto con persone molto fragili e con oggettive difficoltà gestionali, organizzative, logistiche e fisiche”. Dice il documento parlamentare. Al pari delle altre figure specialistiche sanitarie, fanno da eco i sindacati. Che sottolineano – attraverso la voce di Nursing Up – come le iniziative della maggioranza parlamentare, evidentemente sostenuta dal Governo, “ci fanno cadere le braccia”.
Nursing Up e altri sindacati delle professioni sanitarie rivendicano quantomeno parità di trattamento. Gli usuranti sono anche infermieri/e e ostetriche che nel 60% dei casi rischia di contrarre il burnout. Mentre quanto al disturbo psico-fisico almeno il 75% dichiara di soffrire di una qualche tipologia, tra cui al primo posto quelle osseo-scheletriche.
I principali vantaggio di essere considerati tra le attività usurante è sicuramente ai fini pensionistici. In questo modo gli OSS potranno accedere alle facilitazioni in materia di pensionamento anticipato previsto dall’APE Sociale.
L’APE Sociale è una indennità economica che spetta a chi ha raggiunto il requisito anagrafico di 63 anni “per una durata non superiore al periodo intercorrente tra la data di accesso al beneficio e il conseguimento dell’età anagrafica prevista per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia”. In questo modo, anche con un importo più basso è possibile uscire dal lavoro, beneficiando di una indennità pagata da Inps fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici ordinari.
Attualmente nella lista dei lavori cd. usuranti c’è solamente il personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni e gli addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza.