Coloro che non hanno ottenuto il Reddito di Cittadinanza perché non rispettavano il requisito dei 10 anni di residenza in Italia adesso potrebbero averlo. La Commissione Europea ha giudicato illegittimo tale requisito poiché determina una “discriminazione indiretta”.
Si attendono migliaia di ricorsi, che potrebbero mettere INPS in seria difficoltà.
Il Governo Meloni ha abolito il Reddito di Cittadinanza da gennaio 2024, dopo quattro anni di vigenza. Uno dei requisiti che serviva per averlo era aver vissuto in Italia per almeno dieci anni. Non solo. Di questi, gli ultimi due dovevano essere continuativi.
Un requisito, questo, che discriminava non poco gli stranieri e che la Commissione Europea considera illegittimo visto che per richiedere il permesso di soggiorno bastano cinque anni di residenza. Motivo per cui è stata aperta una procedura d’infrazione contro l’Italia.
Adesso anche la Corte di Giustizia Europea ha emesso un verdetto simile. Lo ha fatto con la sentenza pubblicata il 29 luglio nelle cause riunite C-112/22 CU e C223/22 ND, dopo essere stata interpellata dal Tribunale di Napoli. Questi, infatti, è impegnato nell’esame di una serie di ricorsi portati avanti da extracomunitari che avevano chiesto il reddito senza ottenerlo.
I ricorsi partono da quanto stabilito dalla direttiva 2003/109. Secondo tale direttiva, i cittadini di Paesi terzi soggiornanti di lungo periodo sarebbero quelli che «hanno soggiornato legalmente e ininterrottamente per cinque anni» nel territorio dello Stato. Servono meno di cinque anni, invece, nel caso di cittadini comunitari.
Pertanto non si spiega perché per avere il Reddito di Cittadinanza si richiedevano almeno dieci anni di residenza in Italia: il doppio rispetto a quelli stabiliti dalla direttiva stessa.
INPS ha fatto due calcoli e i risultati sono imponenti. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore di martedì 30 luglio, riconoscere il Reddito di Cittadinanza per i quattro anni in cui è stato in vigore agli stranieri con meno di 10 anni di residenza in Italia (76% del totale) che non l’hanno avuto costerebbe potenzialmente 3,088 miliardi di euro.
Di questi, 850 milioni andrebbero alle 106 mila famiglie che si sono viste respingere la domanda di RdC. Alle quali andrebbero aggiunti gli italiani rientranti in patria dopo un lungo soggiorno all’estero. Anch’essi esclusi dal reddito in assenza del requisito dei due anni di residenza continuativa in Italia ma che alla luce delle ultime sentenze potrebbero rientrare tra i legittimi beneficiari della misura.
L’ultima parola sulla questione spetterà alla Corte Costituzionale.