L’Assegno Unico per i figli a carico è composto da una componente legata all’ISEE e al numero dei figli. Poi ci sono le maggiorazioni.
Analizzando il sito dell’Inps, nella sezione dedicata alle maggiorazioni, se ne contano otto. L’importo mensile può quindi aumentare a seconda delle condizioni dei genitori oppure di ogni singolo figlio.
La maggiorazione legata alle condizioni dei genitori sono due:
A partire dal primo giugno 2023, la maggiorazione per i genitori lavoratori spetta anche ai vedovi, a condizione che al momento della presentazione della domanda l’altro genitore risulti deceduto da non più di 5 anni e al momento del decesso fosse lavoratore o pensionato, ferma restando la presenza degli altri requisiti per ricevere l’Assegno.
La maggiorazione per i genitori lavoratori è una sorta di premialità per chi ha figli e allo stesso tempo lavora, dovendo quindi affrontare ulteriori difficoltà, anche di ordine economico.
La maggiorazione in questi casi spetta a prescindere dal settore di impiego (pubblico o privato) e dal contratto di lavoro. Riguarda sia i lavoratori autonomi che dipendenti.
A partire dal mese di settembre potranno godere della maggiorazione i lavoratori e lavoratrici del comparto Scuola che prenderanno servizio a partire dal 1° settembre 2024. Decine di migliaia di Docenti e ATA con figli avranno diritto ad un importo massimo di €32,40 euro mensili, che scende man mano che l’ISEE va al di sotto di 16.215,00 euro. Nel settore scolastico il beneficio riguarda anche i dipendenti delle aziende di pulizie multiservizi e appalti nelle mense.
Attenzione: la maggiorazione, come precisato, non riguarda solo il settore scolastico. Chiunque inizierà un rapporto di lavoro, avrà diritto alla maggiorazione.
L’erogazione della maggiorazione non è automatica. Per ottenerla occorre fare specifica
dichiarazione, compilando gli appositi campi sul sito Inps, entrando con le proprie credenziali. In alternativa ci si può sempre rivolgere ad un patronato.