Il mestiere del docente è sempre più in crisi. La crisi riguarda il fatto che gli stipendi sono bassi, le responsabilità sono crescenti e vanno aggiunti i problemi con i genitori.
In questo anno scolastico i pensionamenti sono stati circa il 2% del corpo docente e, a nostro avviso, si tratta di un normale ricambio dove è difficile trovare una relazione con altre problematiche.
Rispetto all’anno precedente, dove ancora erano si sentivano gli effetti di “quota 100“, “quota 104” e “opzione donna“, quest’anno il numero dei docenti che hanno abbandonato l’insegnamento è più che diminuito.
Nell’anno scolastico 2023-2024 sono state limitate molte possibilità di lasciare il posto di lavoro e non si prevede che la situazione possa cambiare nel prossimo anno scolastico.
Ricordiamo che il personale della Scuola viene collocato a riposo d’ufficio dal 1/9/2025 se:
Il personale può andare in pensione volontariamente con:
Per quanto riguarda opzione donna e ape social, le casistiche sono sempre state molto ridotte nel mondo della Scuola.
Quindi si può affermare che i docenti che andranno in pensione hanno tra i 62 e i 67 anni di età con anzianità di servizio superiore ai 40 anni.
Il trattamento pensionistico dei docenti con un’anzianità superiore ai 41 anni di servizio va dai 1.800 ai 2.000 euro netti al mese.
Il calcolo della pensione avviene ancora con il sistema misto, dove una parte della pensione è calcolata su una percentuale di retribuzione dell’ultimo stipendio.
A questo va aggiunto che i pensionati, ad inizio anno, hanno la perequazione automatica, e quindi aumenti di pensione legati al tasso di inflazione.