La proposta di riaprire tutte le scuole il 1° ottobre visto il caldo eccezionale è arrivata dal Coordinamento Nazionale Docenti per i Diritti Umani (Cnddu). Poi appoggiata da ANIEF, uno dei sindacati della Scuola che con la sua rappresentatività negozia e firma il CCNL di comparto. Ancora silenzio, invece, dalle altre sigle sindacali dei docenti e ATA.
Nel frattempo è montata sui social e tra l’opinione pubblica la ferma opposizione delle famiglie. Che in realtà già da tempo chiedono un intervento in senso opposto: riaprire le scuole il 1° settembre.
Il Cnddu che ha lanciato l’idea, ha – nel frattempo – chiesto all’Associazione Nazionale Pedagogisti di esprimere un parere scientifico sulla questione.
L’ANPE è la maggiore associazione di rappresentanza dei laureati in Pedagogia o Scienze dell’Educazione, che punta alla costituzione di un albo professionale. Non si tratta di un organismo pubblico, bensì privato, quindi non è in grado di dare un orientamento ‘vincolante’ per la pubblica autorità.
Qualcosa potrebbe cambiare nei prossimi giorni? Potrebbero esserci dei ‘colpi di scena’? La proposta è giunta sul tavolo del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Stiamo a fine agosto e l’idea sembra di difficile attuazione, visti anche i tempi stretti e l’assenza di provvedimenti di natura emergenziale.
Insomma è vero che il caldo e l’afa si fanno sentire, anche con l’emergere di problemi ai servizi idrici, ma la problematica non sembra essere al centro della politica del Governo Meloni. Esecutivo che, peraltro, non è intervenuto neppure in soccorso delle aziende agricole in crisi per la siccità che sta sconvolgendo le produzioni nei campi.