Sono circa 19.000 i docenti che hanno superato le prove concorsuali e attendono l’immissione in ruolo. Per loro, alla vigilia dell’inizio del servizio, la notizia più brutta arriva proprio dal Ministero dell’Istruzione che ha deciso di sospenderli.
A conti fatti, i posti liberi per il personale docente a tempo indeterminato nella Scuola sono 64.000, precisano dal sindacato. Ma le scelte politiche hanno portato ancora una volta a snellire il contingente: saranno 45.000 gli assunti in ruolo. Chiaro che si andrà quindi, ancora una volta, ad ingrossare la platea dei precari.
Ma il rischio, secondo quanto scrive Flc-Cgil, è bene maggiore rispetto alla prassi degli ultimi decenni. “Con l’alibi del PNRR, nuovi concorsi già dal prossimo autunno” potrebbero vederli coinvolti ancora una volta in prove e selezioni. Senza che questa situazione di incertezza abbia fine. Tra coloro che sono in lunga attesa ci sono gli idonei dei concorsi 2020.
I docenti sospesi e per il momento esclusi, però, non ci stanno e hanno avviato azioni di protesta. Flc-Cgil ha fatto sapere di “sostenere ogni forma di mobilitazione in corso e si impegna a intraprendere tutte le strade possibili per ottenere un piano di reclutamento che risponda alle legittime aspettative dei docenti “in sospeso”, compresi i partecipanti con esito positivo al concorso PNRR 2023, e al bisogno di stabilità della scuola italiana”. La protesta di questi giorni sarà portata ai tavoli istituzionali di confronto, con tutte le forze partitiche parlamentari e con la Commissione europea.