Con le prossime immissioni in ruolo saranno esclusi circa 19.000 docenti, nonostante la presenza di posti liberi e vacanti. I più penalizzati saranno soprattutto gli idonei del Concorso 2020, inseriti nelle graduatorie permanenti già da tempo, e coloro che hanno sostenuto il concorso 2023 con esito positivo senza rientrare tra i vincitori.
Gli idonei del concorso 2020 si sono visti superare dai vincitori del concorso Pnrr 2023, ancora in via di completamento. Gli aspiranti denunciano una evidente disparità di trattamento rispetto a chi, nel 2023, era riuscito ad ottenere l’immissione in ruolo.
I sindacati della Scuola hanno già chiesto un incontro al Ministro dell’Istruzione e del Merito per ottenere maggiore equità tra i due concorsi. E con l’obiettivo di far rivedere le decisioni politiche rispetto al contingente per l’anno 2024/2025: più posti e più classi di concorso per inserire anche i sospesi dei concorsi 2020 e 2023.
Ma sui territori la protesta non si ferma. Diverse manifestazioni sono previste in questa settimana di fine agosto davanti agli Uffici Scolastici Regionali.
Fedele con la propria azione sindacale, ANIEF ha già deciso da tempo di percorrere la via giudiziaria per far valere il diritto degli idonei ai concorsi di poter essere inclusi delle graduatorie di merito.
Il sindacato guidato da Mercello Pacifico ha reso noto che possono partecipare al ricorso gli aspiranti docenti che hanno raggiunto il punteggio complessivo di almeno 70/100 al termine di tutte le prove del concorso docenti PNRR 2023 per i posti curricolari della Scuola Secondaria di cui al DDG 2575/2023. E che risultano o risulteranno idonei.