L’Assegno Unico e Universale per i figli a carico, così com’è non funziona. Non è congeniale al disegno politico del Governo Meloni. Che ora intende cancellarlo per introdurre una nuova misura per favorire le famiglie più numerose.
A dare l’annuncio è il quotidiano Repubblica in edicola oggi che in prima pagina titola: “Addio all’assegno unico”.
Ecco il titolo di prima pagina del giornale:
I motivi sono solo di tipo politico. La misura deve essere sostituita con un’altra e “dovrebbe cambiare, come già successo col Reddito di Cittadinanza, anche il nome“, scrive il quotidiano romano.
Il nuovo “assegno” deve rimanere “universale”, quindi erogato a tutte le categorie di genitori (dipendenti, autonomi, disoccupati, pensionati) ma occorre valorizzare il suo ruolo di sostegno alle famiglie con più figli. Per dirla con le parole di Repubblica, va trasformato “in una versione più aderente alla narrativa della famiglia propria dell’esecutivo di destra”.
L’Assegno Unico e Universale pesa sul Bilancio statale per 20 miliardi di euro. Il Governo non intende ridimensionare le risorse, ma razionalizzarle. A partire dal taglio all’assegno base di importo pari a 57 euro a figlio destinato alle famiglie che:
L’aiuto mensile, erogato da Inps si attesa mediamente intorno ai 200 euro. Secondo il Governo questo dovrà essere più generoso verso le famiglie numerose, con disabili e con una storia di lavoro radicata in Italia.
Attualmente le maggiorazioni più sensibili sono queste:
Attualmente ai genitori che siano anche lavoratori spetta una maggiorazione ulteriore pari a 32,40 euro, che si riduce gradualmente in caso di ISEE inferiore a 16.215 euro. Chiaro che i genitori lavoratori si aspettino, a questo punto, un ritocco di questa maggiorazione, sperando in un aumento.