Assegno di Inclusione, la legge fissa dei requisiti stringenti, tra cui il limite reddituale annuo di 6.000 euro. Questo limite potrebbe essere rivisto. Lo svela la Ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera.
Supporto formazione e lavoro e Assegno di Inclusione hanno sostituito il Reddito di Cittadinanza. La platea è diminuita vertiginosamente nonostante i 7 miliardi di euro stanziati. Secondo quanto scrive il quotidiano milanese il tiraggio effettivo, a circa un anno dalla riforma, è molto più basso: 2 miliardi di euro. Significa che ogni 7 euro stanziati dallo Stato solo 2 arrivano a beneficio delle famiglie bisognose. Gli altri non vengono spesi.
Il Governo sta facendo una valutazione per capire dove e quando intervenire, sul tema dei sussidi legati alle politiche attive del lavoro. Secondo obiettivo che resta sempre sullo sfondo.
“Abbiamo sempre detto che non consideriamo le due misure come statiche, faremo un bilancio dopo il primo anno per capire se sono necessari ulteriori interventi, anche ampliando gli strumenti disponibili. Non abbiamo preso alcuna decisione, ma abbiamo in corso valutazioni. Fra queste, c’è un aumento della soglia di reddito che qualifica per l’Assegno di Inclusione. Oggi è seimila euro l’anno e potrebbe essere alzata per includere più persone. Stiamo valutando”.
Attualmente per accedere all’AdI l’ISEE famigliare non deve superare i 9.360 euro, mentre il reddito familiare deve essere inferiore alla soglia di 6.000 euro annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.
Secondo la proposta della Ministra Calderone questa soglia reddituale potrebbe essere elevata così da includere più famiglie. Al momento non è noto il nuovo limite che si intende raggiungere. Di conseguenza ci potrebbe essere un aumento dell’importo sia per i single che per le famiglie con figli. La decisione – precisa – sarà rpesa quando i dati provvisori si saranno “assestati”.