Circolano da giorni sul web notizie e creazioni digitali di imminenti aumenti degli assegni pensionistici. “La rivalutazione porterà 200 euro sugli assegni a partire dal 2025″, dicono alcuni. “Le pensioni minime aumenteranno dai 600 euro scarsi di oggi a 1.000 euro“, dicono altri.
Si tratta di notizie vere? No, si tratta di bufale. Vediamo perchè.
Nel 2025 i pensionati avranno un adeguamento degli assegni. L’aliquota di incremento definitiva sarà nota nelle prossime settimane. Il Decreto ministeriale che darà l’ufficialità uscirà, come sempre, nel mese di novembre. Al momento si parla di un adeguamento dell’1,6%. Molto più basso di quello visto nel 2024: 5,4%.
Applicando l’aliquota dell’1,6% su un assegno standard di 1.500 euro, l’incremento mensile sarà di 24 euro (lorde).
Inoltre per coloro che hanno un assegno almeno 4 volte il minimo saranno – con ogni probabilità – confermati ancora una volta i tagli alla rivalutazione. Per loro l’adeguamento non sarà del 100%. Parliamo dei pensionati che hanno un assegno di 2.271,77 euro a salire.
Nei giorni scorsi si è parlato di un incerto aumento delle pensioni minime a 630 euro. Altro che incremento a 1.000 euro. Qualcosa in più si potrebbe ottenere se la rivalutazione venisse applicata per il 120% dell’aliquota, quindi più del 1,6%. Ma solo per i pensionati con più di 75 anni.
Far salire l’assegno pensionistico al minimo alla cifra di 1.000 euro è un obiettivo di Legislatura a cui mira il partito Forza Italia. Entro il 2027 si potrebbe raggiungere questo importo a condizione che vi sia un cambio di passo a partire dalla prossima legge di Bilancio. Diversamente l’obiettivo appare realizzabile nel giro di appena 3 anni.