Assegno di Inclusione, tempi biblici per sbloccare i pagamenti. Cosa succede ai CpI

Percettori dell’Assegno di Inclusione in fila dalle 3 di notte davanti ai Centri per l’Impiego per sapere perché il sussidio risulta sospeso. È la situazione che si è creata a Frattamaggiore, in provincia di Napoli. Il Fatto Quotidiano l’ha documentata nei giorni scorsi.

Assegno di Inclusione sospeso

L’Assegno di Inclusione è il sussidio che da gennaio 2024 ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Spetta alle famiglie con un ISEE entro i 9.360 euro in cui è presente almeno un componente o disabile, o minorenne, o ultra 60enne o in condizione di svantaggio.

Una volta appurato il rispetto dei requisiti e accettata la domanda, INPS eroga il sussidio per 18 mesi con possibilità di rinnovo per altri 12. Pertanto, a meno che nel corso dei mesi non vengano meno le condizioni che danno diritto al sussidio, INPS continua a pagare l’AdI per un anno e mezzo. Quindi fino a giugno 2025, per chi ha fatto domanda lo scorso gennaio.

Eppure ad agosto INPS ha sospeso molte domande dell’Assegno di Inclusione senza un apparente motivo. Evento che ha messo in allarme i centinaia di percettori che grazie all’AdI riescono a pagare l’affitto e le bollette.

Il caso del CpI di Frattamaggiore

Nel Meridione la situazione è più grave che altrove visto che i percettori dell’Assegno di Inclusione sono più numerosi. Il Fatto Quotidiano si è recato in provincia di Napoli per documentare la situazione.

Davanti al centro per l’impiego di Frattamaggiore, per esempio, il 10 settembre scorso si è creata una vera e propria ressa, soprattutto perché dal 29 agosto è impossibile prenotare un appuntamento online. Pertanto, le famiglie si sono messe in fila già dalle prime luci dell’alba, se non in piena notte, per prendere il numero e riuscire finalmente a parlare con un operatore del CpI.

Annibale De Bisogno, segretario UIL FPS parlando ai microfoni de Il Fatto Quotidiano spiega: «I cittadini hanno speso l’Assegno di Inclusione, sono arrabbiatissimi, stanno provando a prenotare, non riescono, vengono qui incazzati perché non c’è nemmeno la prospettiva di avere un interlocuzione col centro per l’impiego, rompono tutto e se la prendono con i dipendenti che sono l’ultimo anello della catena e non c’entrano nulla.»

Vincenzo Zucchini, responsabile Centri Impiego UIL FPL Campania e operatore del CpI di Afragola, aggiunge: «Si prenota oggi e vede una prenotazione da qui a tre mesi, è chiaro che avendo un problema immediato di sopravvivenza non si possono certo aspettare tre mesi.»

Purtroppo nemmeno gli operatori del Centro Impiego riescono a capire perché l’erogazione dell’Assegno di Inclusione sia stata interrotta e perché le persone non abbiano ricevuto la ricarica spettante. «Il problema – conclude Zucchini – è che le varie piattaforme informatiche non riescono a dialogare tra loro. Noi dei Centri dell’Impiego, nonostante lavoriamo in rete con l’INPS, non possiamo visualizzare le piattaforme dell’INPS per cui se c’è un problema con un utente, non potendo noi visualizzare il record finale presente nella banca dati dell’INPS, a volte siamo nell’incapacità di fornire delle risposte».