I lavoratori italiani accedono alla pensione troppo presto per poter tenere in equilibrio, da qui al futuro, il sistema pensionistico. E’ quanto segnala Inps nel Rapporto annuale sulle pensioni.
Secondo l’indagine dell’Istituto l’età media di accesso agli assegni pensionistici è troppo bassa: 64,2 anni. Mentre se venisse applicata la Legge Fornero il pensionamento sarebbe con:
Il trend dei pensionamenti degli ultimi anni però, “aiuta” il Bilancio dell’Istituto in quanto il numero delle uscite annue si riduce sempre di più. Basti pensare che dal 2019 al 2021 i pensionamenti anticipati sono stati circa 500 mila l’anno per poi scendere a 300 mila nel 2023.
E non è tutto. I trattamenti pensionistici sono troppo alti, favoriti dai rialzi retributivi degli ultimi anni di lavoro. Gli uomini “prosciugano” 194 miliardi di euro, mentre le donne 153 miliardi di euro l’anno. Avanti così il sistema andrà in squilibrio finanziario.
“Le previsioni Eurostat per l’Ue relative agli andamenti demografici – scrive l’ente – fanno presagire un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti, con rischi crescenti di squilibri per i sistemi previdenziali, soprattutto per quei paesi, come l’Italia, dove la spesa previdenziale è relativamente elevata”.
Lo squilibrio finanziario, fa notare Inps, può essere riequilibrato solo grazie all’aumento dei contributi previdenziali da parte dei lavoratori attivi.
Nel 2023 – ad esempio – i lavoratori iscritti all’Inps con almeno una settimana di contributi sono stati 26,6 milioni, oltre 1,08 milioni in più del 2019.
A trainare le settimane lavorate sono i dipendenti del settore privato, mentre sono diminuiti i versamenti dei contributi degli autonomi. Inoltre si registrano 540mila lavoratori in più provenienti dai Paesi extra UE.