Durante la conferenza stampa convocata ieri da Fim-Fiom-Uil è stato annunciata una giornata di sciopero nazionale nel settore Automotive per il 18 ottobre 2024. Lo stop non riguarderà le sole aziende del Gruppo Stellantis ma anche le aziende della filiera, in particolare la Componentistica.
La situazione è molto grave e le risposte, i sindacati, le vogliono dalla UE, Governo, Stellantis e aziende della componentistica, per tutelare l’occupazione e costruire un futuro dell’Auto in Italia.
La durata dello sciopero dei metalmeccanici è di 8 ore. Parallelamente i sindacati e i lavoratori sfileranno per le strade di Roma con una manifestazione che si annuncia molto partecipata. Nei giorni precedenti alla manifestazione saranno convocate assemblee nei luoghi di lavoro per spiegare i motivi della protesta.
Gli osservatori hanno subito notato che l’iniziativa unitaria dei sindacati apre un nuovo corso nelle relazioni sindacali con Stellantis, con Fiom che si aggrega a Fim e Uilm nonostante non abbia firmato il CCSL del gruppo ex Fiat e continui a non avere una rappresentanza sindacale interna. Fatto salvo per la Sicurezza.
Per Fiom-Cgil è sempre stato importante avere un unico contratto della grande industria, quello di Federmeccanica e Assistal. Sigle datoriali che però non rappresentano Stellantis.
Lo sciopero però non riguarda solo Stellantis, ma anche le aziende della componentistica che applicano il CCNL Federmeccanica-Assistal sottoscritto unitariamente da Fim-Fiom-Uilm. Scaduto il 30 giugno 2024 e attualmente in corso di rinnovo.
Nel documento unitario offerto alla stampa i sindacati chiedono che le istituzioni prendano iniziative a tutela di un settore che rappresenta l’11% del PIL.
Occorre accompagnare la transizione ecologica “con un serio e deciso piano di salvaguardia occupazionale, che non escluda il blocco dei licenziamenti, attraverso azioni per la formazione, ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro e un forte sostegno alla riduzione dell’orario di lavoro. Non si può accettare una transizione contro il lavoro e con costi sociali enormi”.
Servono inoltre “risorse pubbliche” che il Governo deve mettere a disposizione “vincolate a precisi impegni di tenuta occupazionale da parte delle imprese. Risorse che non devono essere limitate agli incentivi per l’acquisto di auto, i quali, tra l’altro, nel 2024 non hanno dato benefici alle produzioni nel paese”.
In Italia sono prodotte il 36% di auto in meno rispetto allo scorso anno. La componentistica è in ginocchio con la Cig aumentata del 18% e sono attualmente molte le vertenze approdate al Mimit. Molte aziende, specie di piccolissime dimensioni, hanno già chiuso per esaurimento degli ammortizzatori sociali. E si assiste al trasferimento delle produzioni in Paesi extra Ue.